Amityville Horror
Amityville è forse una delle più famigerate case stregate, e dopo una breve ricerca su internet ci si trova di fronte ad un numero impressionante di pagine, interviste e curiosità. Mentre discutere sulla genuinità di quanto sia effettivamente avvenuto in quella casa è effettivamente al di là degli scopi della presente recensione, si possono fare alcune notazioni su quanto sostiene la presente pellicola e quanto sostengono coloro che sono stati testimoni di apparizioni, presenze e fenomeni paranormali inspiegabili.

Il film parla dei Lutz, una famiglia che dopo essersi trasferita nella famigerata casa maledetta inizia a sentire la palpabile presenza degli spiriti sofferenti che sono periti all'interno delle sue mura. Intanto George Lutz inizia a sentire voci maligne che vorrebbero spingerlo a compiere azioni efferate. Mentre nella locandina è chiaramente indicato che il film è tratto da una storia vera, l'autentico George Lutz, che ha vissuto i 28 giorni descritti dal regista Andrew Douglas, dichiara che molte delle situazioni descritte in questo nuovo remake non sono mai avvenute, e che anzi la rappresentazione di lui data dall'attore Ryan Reynolds sarebbe gravemente lesiva della sua dignità. Ad esempio Lutz dichiara di non essere mai stato violento nei confronti dei bambini o nei confronti del cane, e di non avere mai avuto un'ossessione per lo spaccare la legna, particolare forse liberamente tratto dall'impossibilità di riscaldare una casa stregata (o troppo grande, scegliete voi). Per queste ed altre ragioni Lutz ha una serie di cause incrociate nei confronti della MGM, che appaiono quanto meno di complessa risoluzione.

Per quanto riguarda la presente pellicola si tratta in definitiva di un film piuttosto modesto, che non aggiunge nulla al genere horror, e anzi ben lungi dal creare la benché minima tensione o suspence si rivela a tratti oltremodo tedioso. Inoltre la direzione mostra diverse incertezze, perché non riesce a portare fino alle estreme conseguenze il presupposto della storia vera, mostrando spesso fenomeni che non sono direttamente percepibili dai protagonisti della storia. Se il film fosse stato presentato sotto l'ottica esclusiva dei suoi protagonisti forse avrebbe dato dei risultati più apprezzabili, instillando nello spettatore dubbi sulla realtà di quanto vede, e magari diventando una metafora horror della violenza domestica. Ma forse anche questo non sarebbe bastato a rendere sufficiente un film quanto meno discutibile nell'esposizione e nei contenuti.

La frase:
"Le case non uccidono le persone."
"Le persone uccidono le persone".

Mauro Corso

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