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Amici miei - Come tutto ebbe inizio
"Quant’è bella giovinezza
che si fugge tuttavia!
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza."
(cit. "Il trionfo di Bacco e Arianna" di Lorenzo De’Medici)
Ai tempi in cui Lorenzo De’ Medici, detto il Magnifico, componeva "Il trionfo di Bacco e Arianna" nella splendida città di Firenze, di cui era il Signore, un’allegra brigata formata da cinque illustri uomini aveva l’abitudine di trascorrere il tempo ordendo beffe ai danni degli altri senza avere pietà per nulla e per nessuno. Mentre la città medicea era sconvolta dalla peste i cinque amici, per esorcizzare la paura della morte, continuano ad attuare le loro "zingarate", anche se... effettivamente le vittime cominciavano a scarseggiare. Umorismo e ironia, dosate con una certa cattiveria, sono le vere protagoniste di "Amici miei – Come tutto ebbe inizio" diretto da Neri Parenti e prodotto da Aurelio e Luigi de Laurentiis.
La pellicola, come si intuisce dal titolo, vuole essere una sorta di "genesi" della famosa ed omonima opera del regista e sceneggiatore Mario Monicelli (Viareggio 1915- Roma 2010), eppure al di là della storia e dello spirito goliardico, a volte molto volgare, sembra più un omaggio al grande esponente della commedia all’italiana. Attraverso una ricostruzione storica accurata, dai palazzi, agli interni, ai bellissimi vestiti, gli sceneggiatori Piero De Bernardi, Neri Parenti, Fausto Brizzi e Marco Martani sembrano voler ritrarre o forse spiegare come sia tipico dello spirito toscano, soprattutto fiorentino, avere la battuta sempre pronta e scherzare senza pietà su ogni cosa, sacra o profana che sia. Forse sarebbe stato meglio trovare un altro titolo per ovviare alle numerose polemiche apparse su internet, ma è pur vero che, a causa della struttura stessa del soggetto, il richiamo ad "Amici miei" sarebbe stato inevitabilmente sottolineato. Già, perché gli internauti, appena è stata data la notizia dell’inizio delle riprese, si sono mobilitati per boicottare il film e su Facebook è nato addirittura: "Il gruppo Giù la mani da Amici miei". La pellicola sicuramente non può essere paragonata a quella del grande Monicelli, soprattutto a livello stesso di regia che risulta un po’ piatta, priva di virtuosismi, che l’avvicinano molto ai tipici "cinepanettoni" del periodo natalizio. Anche a livello di cast il richiamo è evidente data la scelta degli attori Christian De Sica, Massimo Ghini, Paolo Hendel, Giorgio Panariello e Michele Placido, tutti volti noti e amati dagli italiani, ma che non sembrano riuscire a creare personaggi veri, reali e scanzonati come quelli interpretati da: Duilio Del Prete, Gastone Moschin, Philippe Noiret, Adolfo Celi e Ugo Tognazzi. I nuovi protagonisti del quintetto, seppur bravi e dotati di una straordinaria capacità di accattivarsi le simpatie del pubblico, non sembrano voler approfondire i loro personaggi restando in superficie e apparendo come semplici "maschere" all’Arlecchino o Pulcinella.
La frase:
- "Jacopo sei buco?"
- "Buco... son sodomita".
Federica Di Bartolo
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