A mia sorella
Anais di dodici anni e Helena sua sorella maggiore di quindici, passano le loro vacanze estive al mare insieme ai genitori. Helena è nell'età in cui si sente attratta in maniera diversa e meno infantile dai ragazzi. Si avvia così, pur ingenuamente e sotto gli occhi curiosi ma attenti della sorella, verso la propria iniziazione sessuale lasciandosi affascinare da uno studente universitario italiano conosciuto in un bar. Spesso dimenticata da tutti, Anais dal canto suo popola la sua vita di amanti immaginari, canta canzoni profondamente tristi, ed è costretta a seguire ovunque la sorella, per tranquillizzare i genitori. Mentre la giovane Helena si lascia attrarre dalle belle e convincenti parole d'amore del giovane italiano al quale regala la propria verginità, Anais osserva il mondo che la circonda considerando la pochezza dei sentimenti proprio come farebbe un adulto deluso e solo.

Dopo aver suscitato molte polemiche con il suo ultimo film "Romance", Catherine Breillat racconta in "A mia sorella" la storia semplice di un amore fasullo e di una giovane dodicenne, obesa non bella ma non autodistruttiva; al contrario Anais è lucida come non lo è la sorella, proprio perché il mondo tende a dimenticarla e non prestandole attenzione si libera dai veli di pudore lasciandosi più facilmente osservare. Anais sa guardare infatti, e seppur poco più di una bambina sa bene a cosa si deve credere o meno, quali sono le bugie e le mezze verità in amore.
Attorno al rapporto di amore-odio delle due sorelle, la Breillat costruisce una relazione di assoluta incomunicabilità tra i genitori e le due figlie. Una figura deludente quella del padre, che crede di occuparsi delle figlie quando invece è costantemente impegnato al telefono per i suoi affari. Mentre la madre si rivela inadeguata davanti alla scoperta della perdita della verginità di Helena, trovando come unica soluzione interrompere le vacanze.
L'incomunicabilità totale persino assordante è il tema del film: dolorosamente espressa dalle canzoni tristi di Anais o dal lungo monologo costruito con frasi banali e luoghi comuni, del giovane italiano nel tentativo di convincere Helena a concedersi.
La tragedia finale e la soluzione di Anais rispetto alla perdita della propria verginità, sottolineano drammaticamente l'inizio di questa giovane vita senza già più illusioni e sogni.

Valeria Chiari

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