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Amerika
Sei disperato? Scappi? Vuoi nasconderti? Quale posto migliore dell'America? Terra di sogni, promesse e spazi sconfinati persino per un povero ragazzo tedesco, costretto dai genitori a prendere il mare per preservare il suo onore, infangato da una servetta di dubbie virtù. Parte dall'omonimo romanzo di Franz Kafka questa trasposizione teatrale, poi ripresa in digitale, curata da Maurizio Scaparro. Il giovane Karl Rossmann (Max Malatesta - La prima volta) arriva in America dove viene prima accolto benevolmente e poi allontanato da uno zio (Enzo Turrin - Fino alla fine del mondo). Si unisce quindi a due vagabondi, trova lavoro come ascensorista in un grande albergo, poi ritorna con i due loschi figuri, infine è assunto dal Grande teatro di Oklahoma. Karl è sempre sereno e sorridente, un adolescente ignaro della vita e soprattutto, come molti personaggi di Kafka, alienato dalla moderna società industriale, di cui non comprende gli strani meccanismi. È solo in una terra sconosciuta, perde persino l'unico legame (una foto) che ha con la sua famiglia ormai lontana. Con la spensieratezza e forse l'incoscienza dei giovani si lancia in mille avventure, ma non sappiamo come andrà a finire... L'adattamento di Scaparro non è molto originale, ma ha l'indubbio pregio di fondere cinema e teatro. Le musiche, fondamentali ai fini della rappresentazione, scandiscono tempi e battute, suonate da un terzetto sono una mistura di rag-time, melodie yiddish e suoni tipicamente balcani. Le scenografie, curate da Emanuele Luzzati, semplici eppure macchinose, sono composte da una serie di porte, che debitamente spostate, aperte, chiuse e sovrapposte vanno a formare i vari ambienti in cui si svolge di volta in volta la scena: la nave su cui Karl viaggia verso l'America, le strade di New York, l'albergo, il treno. La recitazione, che forse a teatro potrebbe risultare interessante, sul grande schermo risulta piatta (forse perché tutti i personaggi sono interpretati sempre dagli stessi attori). Il risultato è frammentario e poco lineare, ma affascina per l'intensità con cui, soprattutto il giovane protagonista si muove sulla scena. Parte del progetto Teatro è cinema, nato dalla collaborazione fra l'Istituto Luce e l'Ente Teatrale Italiano, Amerika è uno di quegli ibridi, che come afferma lo stesso regista "è adatto a noi uomini moderni, sempre alla ricerca di nuovi linguaggi e nuove contaminazioni".
Teresa Lavanga
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