21 Jump Street
Non accreditati, Johnny Depp e Peter DeLuise sono impegnati soltanto in apparizioni all’interno di quella che, come il titolo stesso lascia intuire, altro non è che la trasposizione cinematografica del popolare telefilm d’azione di cui furono interpreti tra il 1987 e il 1991.
Sotto la regia di Phil Lord Chris Miller, autori del lungometraggio d’animazione "Piovono polpette" (2009), sono, infatti, il Channing Tatum di "G.I. Joe - La nascita dei Cobra" (2009) e il Jonah Hill candidato all’Oscar per "L’arte di vincere" (2011) a vestire ora i panni di due nemici di scuola destinati a diventare improbabili amici all’Accademia di Polizia; per poi entrare a far parte di un’unità segreta diretta dal Capitano Dickson alias Ice Cube e ritrovarsi a lavorare sotto copertura in un liceo.
E, insieme a Michael Bacall, è lo stesso Hill a firmare il soggetto dei circa 109 minuti di visione in aria di Buddy movie per giovani spettatori che, senza dimenticare neppure una frecciatina verbale alla serie televisiva "Glee", rappresentano un ritorno all’adolescenza per la coppia di protagonisti, alle prese con spacciatori del banco accanto e insegnanti piuttosto grotteschi.
Del resto, sono proprio gli effetti allucinogeni della droga, tra l’altro, a fornire occasioni per ridere nel crescendo di equivoci e imprevisti volti a delineare un elaborato che, come c’era da immaginare, rispetto agli edulcorati episodi destinati al piccolo schermo non lascia affatto a desiderare in fatto di linguaggio sboccato e volgarità visive.
Aspetto che, però, non va assolutamente considerato penalizzante, in quanto siamo dalle parti di una tutt’altro che fastidiosa comicità non lontana da quella alla base della saga "American pie", la quale, seppur irriverente, riesce nell’impresa di non apparire mai offensiva.
Tanto che, mentre apprendiamo anche che le nozioni di chimica potrebbero rivelarsi non poco utili quando meno ce lo aspettiamo e che dell’originale "21 Jump street" sono rimasti soltanto il titolo e l’idea di partenza, il divertimento scorretto al punto giusto la fa da padrone. Complici, oltretutto, una colonna sonora usata a dovere, l’indispensabile manciata di sequenze spettacolari e, non ultimo, un ritmo che non permette di chiudere occhio.
La frase:
- "Ancora non conosci i diritti? Sei un poliziotto"
- "Che vuoi? In televisione cambiano sempre scena prima che li finiscano".
a cura di Francesco Lomuscio
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