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11:11 La paura ha un nuovo numero
11 Gennaio 1992 una bambina gioca nella campagna vicino casa con una misteriosa compagna di giochi, poi viene richiamata dalla mamma per il pranzo. Qualche istante dopo la stessa bimba vede uccidere i suoi genitori da due pericolosi criminali evasi, che muoiono abbattuti da un colpo di pistola...sarà stata lei a sparare? E' la domanda che si pone 12 anni dopo mentre frequenta le lezioni di parapsicologia all'università. Ma altri strani omicidi e misteriose profezie la portano a confrontarsi con il suo destino.
Questo il succo del film "11:11 la paura ha un nuovo numero" scritto e diretto da Michael Bafaro già vincitore del premio canadese Leo Award per il film "The Barber".
Nonostante l'uscita nelle sale cinematografiche canadesi nel 2004, il film si presenta in prima visione nei nostri cinema proprio in questo periodo di crisi esistenziali, sulla scia di un acceso dibattito teologico alimentato da ben più noti e attesi titoli ("Codice da Vinci") e remake ("Omen - Il presagio"), si capisce quindi la decisione di proporre questa pellicola canadese con un ritardo di due anni. Le premesse comunque ci sono tutte: agghiaccianti poltergaist, terrorizzanti profezie apocalittiche, omicidi brutali quanto misteriosi, e l'immancabile principe azzurro in aiuto della donzella soprafatta dal suo dono di vedere la gente morta..., peccato però che lo sceneggiatore si sia perso dietro le numerose influenze dei cult horror del passato, regalandoci un minestrone di tutti i film del genere che abbiamo apprezzato.
Certo, se si è alle prime armi con questo tipo di film, indubbiamente ci si può anche appassionare alla storia, possono diventare credibili i personaggi, e immancabilmente arriva il classico brivido alla schiena, con tanto di salti sulla poltrona e relativi incubi notturni. Ma se si è cresciuti con "Il Presagio", "L'Esorcista", per poi passare attraverso "Stigmate" e "Sesto Senso", con tutta una serie di infinite pellicole "paurose" più o meno note, ci si perde subito nel ricordo provocato dalle numerose citazioni e clichè che rendono il film prevedibile e alle volte irriverente nei confronti dei capostipiti del genere, e si fa una immane fatica per rimanere concentrati in attesa di un misero sobbalzo regalatoci dal regista. Riguardo ai protagonisti, certo non si può paragonare Laura Mennell/Sara, alla timida e spaventata Mia Farrow di "Rosemary's Baby", nonostante il suo sguardo impaurito e angosciato, ma il suo passato sul piccolo schermo (è comparsa in episodi di "The L World", "Millennium" e "Stargate Atlantis"), le danno quel tanto di esperienza da poter rendere credibile il suo personaggio, anche se su qualche espressione c'è ancora molto lavoro da fare. Meno avvincenti, invece il protagonista maschile Paul Dzenkiw/Seth, che secondo le regole dell'horror dovrebbe aiutare l'eroina a liberarsi dei suoi problemi paranormali, e dell'antagonista Christie Will/Raden (qualcuno forse l'ha notata in "Vanilla Sky"), che sicuramente si è ispirata a Rebecca De Mornay ne "La mano sulla culla...", per cercare di ottenere allo stesso tempo quell'aria contemporaneamente confortante e inquietante. Nel complesso comunque il film non è poi tanto malvagio se si riesce ad eludere quei numerosi richiami cinematografici, ed assaporare l'insieme per quello che è.
La frase: "Seth, Seth, proteggimi ti prego...non lasciare che mi prenda!"
Monica Cabras
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