Zero - Inchiesta sull'11 Settembre
“Si parte da zero per ricostruire i fatti”, spiegano gli autori. "Zero – inchiesta sull’11 settembre" contesta, per punti, i risultati della commissione governativa. A cominciare dalle Twin Towers, costruite per resistere anche all’impatto di aerei e ad incendi. Tracce di zolfo rinvenute, immagini di flash e racconti di esplosioni fanno pensare ad una demolizione controllata (come pure per l’edificio 7). Stando ad una serie di elementi, c’è poi il sospetto che il Pentagono non sia stato colpito dal boeing 757 (le testimonianze parlano di due esplosioni). E’ però sugli attentatori che si fanno le scoperte più inquietanti. Ad esempio, 15 su 19 di essi provengono dall’Arabia Saudita: a Jeddah, nell’ufficio del consolato USA dove si rilasciano i visti d’ingresso, lavoravano agenti CIA e le richieste dei sospetti risultano quasi tutte non valide. Non solo, ma 4 persone identificate come terroristi suicidi si sono fatte poi vive, chiaramente smentendo gli investigatori, mentre un altro ancora è stato rintracciato dalla CBS. Più a monte, le domande sono: perché sono stati ignorati i vari allarmi - dalle scuole di volo ai piani su attacchi aerei - precedenti l’11 settembre, quando già dall’89 si svolsero esercitazioni su dirottamenti con obiettivi torri gemelle e Pentagono? Perchè Pearl Harbor (circa 2.400 vittime) portò a 8 inchieste e tutti i graduati responsabili vennero rimossi, mentre in questo caso sono stati promossi?

Il documentario ha dalla sua l’autorevolezza degli artefici (tra l’altro Franco Fracassi all’epoca lavorava in un’agenzia e fu il primo a dare la notizia in Italia) e degli interlocutori, oltre alla qualità e quantità del materiale (quasi 100 interviste, 10 ricercatori, 3 troupe e una post produzione di 8 mesi). E’ un interessante e valido esperimento collettivo nella realizzazione e nella proprietà (centinaia i co-produttori, con quote acquistate su e-bay), coniuga l’intrattenimento con l’informazione e non vuole fornire risposte, ponendo invece interrogativi su menzogne, lacune, contraddizioni, anomalie, omissioni e assurdità che ci sono state propinate.

La frase: "Nel 1996 hanno scoperto nel computer di Ramzi Yousef un piano Bojinka, che prevedeva il dirottamento di aerei e il loro schianto contro Pentagono, Casa Bianca, quartier generale della CIA e torri gemelle. Anche per questo il Pentagono organizzò un’esercitazione nell’ottobre del 2000, insieme al dipartimento aviazione della CIA, per simulare un attacco e trovare le contromisure." John Judge

Federico Raponi

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