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Yolda
Presentato al 62° festival di Venezia per la sezione "Orizzonti", l'ultimo film del regista turco Erden Kiral è un atto d'amore ed un omaggio postumo al maestro Yilmaz Guney, fuggito di prigione nel 1981 e morto in esilio pochi anni dopo. Guney, grazie anche alle sue simpatie filomarxiste e ad un aura "delittuosa" che lo ha avvolto durante la sua esistenza, è stato uno dei registi più amati in patria. Le sue pellicole sono state riammesse nel circuito turco soltanto a partire dal 1992.
Yolda (letteralmente "lungo la strada") è il racconto dell'ultimo viaggio di Yilmaz Guney all'interno del suo paese. Il regista era evaso dalla prigione per eseguire il montaggio del suo ultimo film, "Yol", vincitore della Palma d'oro a Cannes nel 1982. Ma a seguito di questa fuga viene riacciuffato, processato nuovamente e destinato ad un carcere di massima sicurezza. Ed è per l'appunto lungo la strada, prima della via dell'esilio che Guney ha la possibilità di accomiatarsi dal paese cui tanto ha dato e da cui molto ha ricevuto. Chi lo incontra non può non riconoscerlo, e chi lo riconosce si sente naturalmente spinto a rendergli omaggio in qualche maniera, dal soldato che lo ringrazia per avere mostrato sullo schermi volti nobili ed espressivi fino a chi, avendolo visto per caso in una trattoria, improvvisa una piccola festa d'addio. Persino i poliziotti che hanno il compito di scortarlo fino alla destinazione finale non sono immuni al carisma del grande cineasta, e si sentono naturalmente portati a trattarlo con riguardo, in un atmosfera in cui l'esercizio del potere è percepito come una triste necessità.
Durante il viaggio, Guney continua a dare indicazioni ai propri collaboratori riguardo al film, ma soprattutto cerca di persuaderli a non portarlo a termine. La storia ci dice che il montaggio di Yol sarà terminato in Svizzera. Forse il mistero più grande all'interno di Yolda è proprio l'esilio, la recisione del legame non solo con il proprio paese d'origine, ma anche il proprio pubblico, con chi è in grado di comprenderlo e di apprezzarlo. Per questo viene così enfatizzato il rapporto con la madre del regista, che può essere facilmente visto secondo quest'ottica.
Yolda di Erden Kiral è un omaggio molto privato e personale ad un maestro, e questo costituisce allo stesso tempo il pregio principale del film, ma anche il suo limite. Si tratta di un tipo di racconto fatto di sottintesi comprensibili soltanto a chi conosce bene l'opera e la biografia di Yilmaz Guney. Cosa che senz'altro un pubblico turco è in grado di fare.
La frase: "E' la Turchia che ti ha dato nutrimento! Come farai lontano da lei?".
Mauro Corso
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