War Horse
L'ingenuo, puro Albert (Jeremy Irvine) passa alcuni mesi indimenticabili in compagnia di un'incantevole... creatura conosciuta per caso. Crescendo insieme, i due svilupperanno un solidissimo legame a prova di – è il caso di dirlo – bomba. Quando il primo conflitto mondiale finirà, infatti, col dividerli, il ragazzo si preparerà ad affrontare qualunque cosa pur di riunirsi con l'oggetto del suo desiderio.
Solito "drama" sull'amore in tempo di guerra? Ebbene, no: qui centro degli affetti del protagonista è addirittura un cavallo. Il curioso spunto, la candidatura all'Oscar e la regia d'autore non impediscono però al narrato di raggiungere vette melò d'insolita bassezza. Di una superficialità sconcertante, trito e datato, War horse è frutto dell'adattamento di un romanzo firmato da tale Michael Morpurgo una trentina d'anni fa: verosimilmente destinato a un pubblico di preadolescenti, il film segue le drammatiche vicissitudini dei due protagonisti, quello equino e quello meno equino, ciascuno con una propria storyline ed evoluzioni tutte sue (aiutanti, avversari e ostacoli compresi, per quanto possa permettersi di far patire alla mimica facciale di un quadrupede con gli zoccoli). Sullo sfondo ci sono la Grande Guerra e un'Europa devastata dall'incubo bellico, tratteggiata in tutta la sua tragicità ricorrendo (anche, ma non solo) a una colonna sonora decisamente invadente e a tutta la retorica strappalacrime del caso. Diverse scelte tecnico-stilistiche in campo di regia e fotografia lasciano davvero perplessi per banalità di soluzioni (il finale aranciato ne è uno dei tanti esempi). Una durata complessiva di due ore e mezza non aiuta poi lo spettatore a compiere indenne la traversata. La recentissima magia compiuta dal maestro Steven con Tintin, ammiccante ma efficacissimo saggio delle capacità del nostro di rivolgersi ai piccoli con la perizia di sempre, stavolta non sa ripetersi: purtroppo anche strutturalmente la vicenda si dipana in modo estremamente disomogeneo, ricorrendo a blocchi di narrazione poco coesi e fluidi, di faticosa digestione. Il che spiace: le aspettative, per quella che poteva essere l'ennesima eccellente fiaba spielberghiana per bambini di ogni età, si frantumano contro un soporifero muro fatto di ottimi sentimenti e cinema scadente.
La frase:
"Un cavallo eccezionale".
a cura di Domitilla Pirro
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