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Walking on Sunshine











Sebbene il titolo sia lo stesso del celebre brano musicale datato 1983 di Katrina & The waves, in una versione eseguita dal cast del film è all’interno di una sequenza di guerra con lancio di pomodori che lo troviamo; mentre l’apertura dei novantotto minuti di visione vengono lasciati alle note di “Holiday” di Madonna, cantata dalla Hannah Arterton che veste i panni della giovane Taylor, approdata in Puglia per prendere parte al matrimonio della sorella Maddie alias Annabel Scholey, ignara del fatto che il suo futuro marito Raf, ovvero il Giulio Berruti de “L’amore è imperfetto” (2012), abbia avuto in passato una storia estiva proprio con la ragazza.
Perché, con il balletto sulle note della “The power of love” di “Ritorno al futuro” (1985) destinato a rappresentare uno dei migliori momenti dell’insieme, è un musical ambientato in tempi moderni ma accompagnato da riletture di successi pop degli anni Ottanta quello messo in piedi da Max (Giwa) e Dania (Pasquini), autori di “Streetdance 3D” (2010) e del suo sequel “Streetdance 2” (2012).
Quindi, con la comica inglese Katy Brand, il Greg Wise di “Johnny English” (2003) e la cantante e cantautrice Leona Lewis, qui al suo debutto nel mondo del cinema, si sguazza in mezzo ad un divertente addio al nubilato alternato tra “Girls just want to have fun” di Cyndi Lauper e “Wild boys” dei Duran Duran e la “Don’t you want me” degli Human league eseguita al mercato.
Ma, ovviamente, se da un lato non mancano “Wake me up before you go-go” e “Faith” degli Wham, dall’altro non risultano assenti neppure i momenti romantici, con una “Eternal flame” delle Bangles in riva al mare al tramonto e “It must have been love” dei Roxette sfruttata nella maniera analoga in cui venne usata in “Pretty woman” (1990) di Garry Marshall.
Ed è “White wedding” di Billy Idol a chiudere il campionario sonoro dell’operazione, che, fin dalla situazione che vede coinvolti maschioni palestrati in mutande sull’intramontabile ritornello di “Venus”, non può fare a meno di spingere a pensare che il suo intento sia quello di emulare “Mamma mia!” (2008) di Phyllida Lloyd, totalmente costruito attorno agli evergreen degli ABBA su un’isola della Grecia.
Il resto altro non vuole essere che un pretesto per poter mettere insieme i diversi numeri, tanto che si canticchia senza prestare troppa attenzione alla prevedibilissima vicenda raccontata.

La frase:
"Se vuoi qualcuno devi seguire il tuo cuore".

a cura di Francesco Lomuscio

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