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Vacanze di Natale a Cortina











Che il tentativo sia quello di recuperare i fasti di quel mitico "Vacanze di Natale" da cui, nell’ormai lontano 1983, prese inaspettatamente il via il cosiddetto cinepanettone Filmauro, lo si intuisce non solo dal fatto che l’ambientazione di villeggiatura torni a essere Cortina, ma anche dall’idea di richiamare Roberto Covelli l’avvocato romano interpretato dall’immancabile Christian De Sica e dal ripescaggio di alcuni hit che – da "Maracaibo" a "Dolce vita" – ne caratterizzarono l’indimenticabile colonna sonora.
L’autore originale Carlo Vanzina, però, che nella perla delle Dolomiti aveva già fatto ritorno con il riuscito "Vacanze di Natale 2000" (1999), firma in questo caso soltanto la sceneggiatura insieme all’inseparabile fratello Enrico e al regista Neri Parenti, che non manca un appuntamento dietro la macchina da presa natalizia targata De Laurentiis dai tempi di "Bodyguards - Guardie del corpo" (2000), pur essendoci già passato in precedenza (ricordiamo "Vacanze di Natale ‘95" e "Paparazzi").
Quindi, il succitato mattatore della risata tricolore sotto l’albero, padre di una ventenne appena sposata con un noioso borghesuccio e di una quindicenne alle prese con una romantica e tormentata storia d’amore con un coetaneo attraverso facebook, si trova qui ad abbandonare la vita da marito fedifrago per dedicarsi esclusivamente alla moglie Sabrina Ferilli; la quale, a sua volta, gli fa invece credere di essere una traditrice.
Mentre sul posto troviamo anche Ricky Memphis e Valeria Graci, modesta coppia di edicolanti di Bergamo in lotta con la sorella di lei Katia Follesa e con il marito Giuseppe Giacobazzi da quando quest’ultimo, reduce dalla vincita di 250000 euro al gioco televisivo dei pacchi, ha cominciato a sfoggiare atteggiamenti di superiorità, e il giovane siciliano Dario Bandiera che, ricordando il Mauro Di Francesco di "Sapore di mare 2 - Un anno dopo" (1983), pensa solo a sedurre fauna femminile nel fare da autista raccomandato all’ingegnere Ivano Marescotti.
E tutto, per merito anche di un cast in ottima forma, funziona decisamente a dovere, rivelandosi una miscela bilanciata in maniera sapiente tra l’estetica comica di colui che ci ha regalato tante (dis)avventure fantozziane e l’inconfondibile occhio critico-descrittivo dei figli di Steno, soprattutto quando si tratta d’incontri-scontri di diverse classi sociali (con sfilza di vip nei panni di se stessi) e di citazioni cinefile (c’è perfino un evidente "omaggio" al thriller "Frozen" di Adam Green).
Tanto che, complice l’infinità di equivoci e doppi sensi destinati a strappare risate quasi ininterrottamente nel corso dei veloci 113 minuti di visione, possiamo affermare in maniera tranquilla di avere per le mani uno dei migliori cinepanettoni mai realizzati.

La frase:
"Morto un papi, se ne fa un altro".

a cura di Francesco Lomuscio

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