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Un funerale dell'altro mondo
Don Tyler (Donald Sutherland) è un grande regista hollywooddiano dal genio piuttosto spigoloso, uno di quelli che produce film d'autore per intenderci, ed ha deciso di girare a Pechino una sua personale visione de "L'Ultimo Imperatore". Set faraonici, migliaia di comparse e spese che levitano senza alcun controllo, anche perché Tyler è in preda al più classico dei blocchi creativi.
Se sia una crisi dovuta all'età o una presa di coscienza di un sistema in cui non crede più è poco importante, certo è che, come di consueto, l'industria dei soldi non può fermarsi e quindi meglio sostituire il regista ed andare avanti per salvare la faccia. Tyler di fronte a quest'affronto non regge e viene colto da colpo apoplettico.
La morte di Tyler sembra imminente e nessuno sa come comportarsi; l'unico che mantiene la calma, e sembra avere le idee chiare, è Yo Yo (Ge You), un cameraman cinese incaricato del "making of" del film che si è particolarmente legato al regista.
Yo Yo vuole organizzare un fastoso funerale per il suo mentore, sullo stile della cerimonia per Lady D, e decide di trovare i finanziamenti necessari con delle sponsorizzazioni. In breve Yo Yo perde il controllo della situazione ritrovandosi tra le mani una macchina ciclopica che si ingrandisce sempre di più senza che lui sia in grado di mantenerne il controllo, ad aggravare il tutto le condizioni di Tyler migliorano...
Il regista cinese Feng Xiaofeng (celebre in patria per le commedie), confeziona una pellicola intessuta della filosofia del suo paese, ma che comunica con il linguaggio dell'occidente, una sorta di spot surreale sulla Cina di oggi, sul dualismo tra la spiritualità ed il capitalismo che sembra premere alle sue porte. La visione del film indubbiamente richiede un pò di pazienza sia in ragione della presenza dei sottotitoli - la parte in inglese è doppiata, ma quella in cinese no anche perché si sarebbero persi numerosi temi narrativi - sia per i ritmi narrativi diversi da quelli a cui siamo abituati, ma sicuramente lo sforzo varrà, perché ci si trova di fronte a qualcosa di diverso a qualcosa che potrebbe spingerci a riflettere su quanto siamo disposti a fare per inseguire le nostre chimere.
La frase: "L'unico motivo per cui sopravvivi ad Hollywood non è perché hai talento, ma perché lavori per un che ce l'ha."
La chicca: Nella totale confusione della vendita degli "spot", Yo Yo pone un veto alla casa che produce DVD in grado di leggere film copiati. Un inno contro la pirateria.
Indicazioni: Per chi vuole abbandonare i soliti sentieri.
Valerio Salvi
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