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Una notte blu cobalto
Una notte blu cobalto è l’opera d’esordio del giovane cineasta Daniele Gangemi che, attraverso uno sguardo originale, racconta un tema classico dei "film di formazione": imparare dalle delusioni e trovare il modo per andare avanti.
Il film vede come protagonista Dino (Corrado Fortuna) che è stato lasciato da Valeria (Regina Orioli). Anche se il tempo passa, lui non riesce a farsene una ragione. Tutto il resto, gli amici, la famiglia, l’università, ha perso significato: è chiuso in se stesso incapace di andare avanti. Un giorno, ciondolando per strada, Dino si imbatte nella Blu cobalto, una pizzeria gestita dall’enigmatico Turi (Alessandro Haber), in cui si cerca un ragazzo per le consegne a domicilio. La prima notte di lavoro avrà per Dino risvolti totalmente imprevisti, ma lo aiuterà a ricominciare a vivere.
La pellicola ritrae il peregrinare notturno del protagonista, questo viaggio si presta a diverse chiavi di lettura: è il viaggio fisico tra le strade di Catania, città mostrata nei suoi luoghi più belli da punti di vista particolari; è il viaggio attraverso un piccolo spaccato di umanità che tenta di vincere lo sconforto e la solitudine; ed è il viaggio del ragazzo all’interno di se stesso per ritrovare la perduta serenità.
Daniele Gangemi è riuscito a creare un’atmosfera immaginaria e allo stesso tempo divertente all’interno del proprio film. Le scelte in fase di montaggio e nella costruzione delle inquadrature, spesso incerte e vicinissime ai protagonisti, confermano l’andamento onirico della pellicola. In bilico tra immaginazione e realtà, il film presenta una carrellata di bizzarri personaggi che, sebbene in un primo momento sembrino spiazzare il protagonista, in qualche modo invece lo aiutano. I clienti da cui si reca Dino sono degli habitué: tutti sembrano trovare nella pizza blu cobalto un antidoto alla solitudine e al male di vivere. Cosa c’è in questa pizza? Come fa a dare consolazione a chi la mangia?
Un percorso metaforico, ben sviluppato e sottolineato dalle immagini, svela solo in parte le risposte a queste domande: sapientemente la sceneggiatura lascia la storia aperta a diverse possibili interpretazioni, che solleticano tutte il desiderio di ciascuno di noi di avere un po’ di magia nella propria vita.
La frase: "Tu sei una biglia: per muoverti hai bisogno che qualcuno ti spinga".
Ilaria Ferri
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