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Ultimo Stadio
L'ultimo stadio di cui parla il film, non è solo riferito alla finale di Coppa dei Campioni, filo conduttore di tutta la storia, ma è riferito soprattutto alla situazione nella quale versano i protagonisti. Ultimo stadio si appresta ad essere l'ennesima retrospettiva sulla vita familiare italiana. Vengono analizzate le famiglie più disparate, diverse per ideologie, estrazione socio-culturale, aspirazioni, ma accomunate tutte dalla passione per il calcio. Tanti protagonisti che intrecciano le loro storie di vita, spesso per puro caso, in una Roma di rara bellezza. Le coincidenze, il caso, la voglia di crescere, di essere diversi, di uscire fuori dalla routine, di realizzare un sogno altrimenti impossibile, sono tutti i motivi che animano le vite dei personaggi. Le famiglie che si confrontano sono quella di Antonio (Franco Nero - Il giorno della civetta), imprenditore editoriale, giovanile ed affascinante, alle prese con il figlio timido e impacciato, Pietro (Rolando Ravello - Concorrenza sleale), che cerca di inserire nell'azienda familiare. La famiglia di Marco (Valerio Mastandrea - Viola bacia tutti) avvocato, che deve fare i conti con un padre (Giorgio Colangeli) fanatico religioso, una madre (Lia Tanzi - Quello che le ragazze non dicono) alcolizzata ed un fratello (Mirko Petrini) omosessuale dichiarato. Quella di Angelo (Manrico Gammarota - Biuti quin Olivia), infermiere ignorante e conformista che si lamenta della moglie (Francesca Antonelli - I ragazzi del muretto) e costringe il figlio (Fabio Galante) a giocare a calcio per realizzare finalmente quel sogno che a lui è stato negato. La famiglia di Achille (Stefano Santospago) arbitro designato per la partita che tutti attendono, che deve affrontare prima la morte della madre, quindi l'infedeltà della moglie (Barbara Scoppa). Infine la famiglia di Alice (Victoria Larchenko), giovane carina ed introversa, che vive con il padre (Giancarlo Scarchilli), la madre (Cinzia Monreale) ed il fidanzato di questa (Pierpaolo Lovino). Il film è ben ritmato, la regia sapiente, ma la storia a volte subisce delle forzature. Alcuni personaggi sembrano delle caricature, certe scene sono assolutamente fuori luogo, il linguaggio spesso è esagerato. Inoltre, che in Italia si impazzisca per il calcio, è risaputo, ma in Ultimo stadio, questa passione viene esasperata fino alle estreme conseguenze. Ridondanti sono anche le scene di violenza, per lo più verbale, gratuita: insulti contro gli extracomunitari, contro le donne (che vengono trattate come un oggetto da usare, se giovani e belle, o da buttare via in un angolo, se le si "possiede" già da qualche tempo), contro gli omosessuali. Le musiche invece sono molto carine: rap, hip-hop e funky la fanno da padrone. Ottimo prodotto da riciclare in TV, ma poco adatto alle sale cinematografiche.
Teresa Lavanga
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