True Love
All'inizio, è in un certo senso una situazione alla "Captivity" (2007) quella che vede protagonisti i giovani Kate e Jack, i quali, rispettivamente con le fattezze dei televisivi Ellen Hollman e John Brotherton, dopo il matrimonio si svegliano da un sonno profondo e scuro, ognuno, da solo, in una stanza sigillata, priva di porte e finestre, ed esclusivamente fornita di immagini proiettate sulle pareti e un monitor con due pulsanti, uno per il "sì" e uno per il "no".
Situazione destinata, a tratti, a ricordare anche quelle tipiche alla base della saga splatter "Saw", man mano che l'esordio dietro la macchina da presa di Enrico Clerico Nasino - aiuto regista il cui curriculum include, tra l'altro, esperienze sui set di Michele Placido e Richard Eyre - prende forma, con i due posti dinanzi ad alcuni filmati di sorveglianza volti a mostrare la loro vita privata e il monitor impegnato a porre domande che si rivelano ognuna più strana e terrificante della precedente.
Perché, mentre diventa presto chiaro che sia in corso un bizzarro test sulla relazione tra Kate e Jack e i segreti rivelati contribuiscono a spingerli sempre più in profondità, minacciando di distruggere il loro amore, l'insieme - che vede tra i produttori Rai cinema e il Fausto Brizzi autore del dittico "Notte prima degli esami" - non prende affatto la strada dell'horror truculento che ha permesso la fortuna del serial killer enigmista Jigsaw, bensì quella di una atipica e interessante riflessione in salsa fantascientifica riguardante il poco confortante stato dei rapporti di coppia nel XXI secolo, tempestato di reality show e squallide moralità da piccolo schermo.
Atipica e interessante riflessione che, concepita per la piattaforma Cubovision pensando, a quanto pare, a "Silent hill" (2006) di Christophe Gans, "Inception" (2010) di Christopher Nolan e al serial televisivo "Lost", punta in maniera principale sulla claustrofobia generata dal ristretto campo d'ambientazione; pur dovendo fare i conti con una certa, eccessiva logorrea che finisce in più di un'occasione per infiacchire la narrazione.
Rischiando spesso di far venire allo scoperto quelli che altro non sembrano che i connotati di uno short forzatamente dilatato a lungometraggio... anche se il bell'epilogo riscatta il tutto, confermando quanto accennato già nel corso dello svolgimento: l'amore è verità.
Distribuito anche in dvd, sfoggia trailer originale e un esauriente making of nella sezione riservata ai contenuti extra.
La frase:
"Tu sei l’unica persona che io abbia mai amato e se non lo sai ancora sei una stupida".
a cura di Francesco Lomuscio
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