The Protector
La prima volta che in Italia abbiamo avuto modo di vedere su grande schermo le invidiabili imprese di Tony Jaa, allievo di quel Phanna Rittikrai che č stato ribattezzato il Bruce Lee della Thailandia, fu nell'estate del 2004 in "Ong-bak-Nato per combattere" di Prachya Pinkaew, apprezzabile lungometraggio che ricordava da vicino i titoli del periodo d'oro del colosso belga Jean-Claude Van Damme, da "Senza esclusione di colpi" (1988) a "Kickboxer-Il nuovo guerriero" (1989).
Ora, mentre č impegnato come attore e regista nelle riprese dell'atteso "Ong-bak 2", Jaa torna nelle nostre sale con "The protector-La legge del Muay Thai", nuovamente diretto da Pinkaew, in cui veste i panni di Kham, giovane thailandese che si trova costretto a menare le mani contro una banda criminale, rea di aver rubato e portato in Australia due elefanti che, per la sua famiglia, hanno un valore inestimabile.
Il soggetto, quindi, per mano dello stesso regista, non si discosta molto da quello che fu alla base della citata pellicola distribuita nel 2004 (lā ad essere rubata era la testa di un'antica statua di Budda che si diceva dotata di magici poteri anti-disgrazia) e, una volta superata la breve presentazione del protagonista, che qui sembra quasi un clone del Mowgli de "Il libro della giungla", č evidente che funga soltanto da pretesto per poter dare il via alla serie di scontri d'arti marziali ed acrobazie in sfida con le leggi della fisica.
Infatti, siamo dalle parti di un semplicissimo script (firmato a quattro mani!) che non avrebbe certo sfigurato al servizio dei cartoon giapponesi, dai quali sembra anche riprendere il tipo d'ironia, mentre la sgranata fotografia di Nattawut Kittikhun ("Le lacrime della tigre nera") presenta spesso dominanti che non possono fare a meno di richiamare nostalgicamente alla memoria i kung fu-movie degli Anni Settanta.
Per circa 90 minuti che, tra ossa spezzate, inseguimenti sull'acqua ed immancabile duello bondiano con un tizio gigantesco, si lasciano tranquillamente guardare in quanto capaci, come c'era da aspettarsi, di regalare una non indifferente dose d'intrattenimento.
Senza contare un movimentato pianosequenza da videogame che vale tutto il film; come lo stesso Tony Jaa, del resto.

La frase: "Allora, chi devo ammazzare per primo, l'elefante o la scimmia?"

Francesco Lomuscio

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