|
|
Thomas in Love
Pierre Paul Renders, giovane regista belga, al suo primo lungometraggio, analizza la paura del mondo e al contempo quella della solitudine. Con il suo personaggio, Thomas, che non compare mai, Renders decide di parlare dell'agorafobia in maniera piuttosto originale: fa in modo infatti che lo spettatore diventi esso stesso protagonista, guardando il mondo come lo guarda lui attraverso un videotelefono. Sullo schermo nient'altro che primissimi piani, lunghi piani sequenza e inquadrature fuori centro e fuori fuoco dei personaggi con i quali Thomas si trova a parlare.
La mamma che rispetta le regole del figlio cercando di chiamarlo una sola volta a settimana; l'assicuratore della "Globale" che si prende cura di Thomas, gestendo ogni aspetto della sua vita di segregeato volontario, persino contento di gestire tutto il denaro affidatogli; lo psichiatra che decide di iscriverlo ad un club di incontri per "guarirlo"; la cyber woman, costruita virtualmente al computer con la quale Thomas riesce a fare sesso. Ma sullo schermo arrivano anche delle donne vere che invadono la sua vita con le loro emozioni, le insicurezze e la loro debordante voglia d'amore. Thomas riesce a sfuggire a questi attacchi dall'esterno, raccontando di sè e della sua malattia, lasciando però che un dubbio crescente si faccia strada lentamente, facendolo riflettere su tutta la sua vita di quegli ultimi otto anni. Riesamina il suo mondo intimo e privato e si accorge di sentirsi confuso e annoiato e, non riuscendo più a convincere chi lo ascolta che quella vita è la più auspicabile, non convince neppure se stesso.
Certo è che il regista sembra conoscere perfettamente il mondo di un agorafobo: riesce, con la sua tecnica cinematografica a far entrare di colpo lo spettatore in una realtà piuttosto inquietante in cui i sentimenti e le passioni sono raggelate dal video che non lascia spazio allo "spazio" in un continuo susseguirsi di personaggi in primo piano che sembrano cercare essi stessi una identità e autenticità, dipingendo il viso con strani e criptici segni. Il risultato è un crescente senso di claustrofobia e il desiderio di scappare dalla sala per ritrovarsi in un fumosissimo bar, spinto dalla folla verso il bancone per ordinare una ottima birra e godersela "in santa pace".
Valeria Chiari
Scrivi la tua recensione!
|
Trailer, Scheda, DVD, Recensione, Opinioni
|
|
|
|
I FILM OGGI IN PROGRAMMAZIONE:
In evidenza - Dal mondo del Cinema e della Televisione.
| NEWS
|
|
|
GUIDA TV
|
|
|
|
Il video del momento
Cerca CINEMA
Oggi in TV
Box Office
|