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The perfect afternoon
Anna e Mikolaj si stanno per sposare nella Polonia odierna. Ma più che al loro matrimonio pensano ad un nuovo libro per la loro piccola casa editrice che si occupa di narrativa contemporanea. Il nome è, ambiziosamente, "Caos Controllato". Intanto un giovane cineasta vuole realizzare un piccolo documentario sulla loro vicenda, mentre i rispettivi genitori si preparano, ciascuno a proprio modo al matrimonio. Il padre di Mikolaj, interpretato da un sempre divertente Jerzy Stuhr, è un veterano di Solidarnosc che non vede la moglie da dodici anni. Da quando cioè ha lasciato Varsavia per tornare alla sua Wroclaw, forse non per ragioni di purezza politica come dichiara, ma solo perché assediato dal caos della capitale.
Anche se l'intento è di mettere a confronto due diverse generazioni, la generazione di Solidarnosc ed i loro figli, Un pomeriggio perfetto risulta mancare di un'unità compositiva, disperdendosi in vari filoni che vanamente il regista Przemyslaw Wojcieszek cerca di riannodare nelle sequenze finali. L'effetto è di trovarsi di fronte ad una pellicola frammentaria ed in definitiva "caotica in modo incontrollato". Non si riesce a tirare le somme né sul rapporto tra genitori e figli né su un lieto fine quanto meno dubbio. Il tutto condito da una retorica patriottica sull'amore per il proprio paese, a volte fin troppo stucchevole. Con questo non si intende (naturalmente) dire che l'amore per la patria sia un disvalore, ma le modalità in cui questo viene espresso nel film sono eccessivamente retoriche e quanto meno dubbie dal punto di vista della coerenza narrativa. I dubbi ed i punti interrogativi sono inoltre superiore a qualunque prospettiva di speranza, cosa che di fatto è in contrasto con gli intenti apparenti del film, che riesce a lasciare nello spettatore solo un senso di vuoto.
Dispiace definire questo Pomeriggio perfetto come un occasione mancata. Perché non riesce né ad essere una commedia né un film di attualità o di costume sui valori, le speranze e le aspirazioni nella Polonia di oggi. Gli unici momenti divertenti sono caratterizzati dal rapporto tra Anna, vegetariana, ed il padre, di professione macellaio, che riescono a ravvivare un panorama altrimenti estremamente piatto.
La frase: "La Carne è Assassinio? Mi sembra un titolo perfetto per il nuovo libro!".
Mauro Corso
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