The Moth Diaries
Accompagnati da una canzoncina orecchiabile, i titoli di testa lasciano pensare che il lungometraggio a cui stiamo per assistere – diretto dalla Mary Harron responsabile di "American psycho" (2000) – non sia altro che l’ennesima teen comedy a stelle e strisce destinata a divertire lo spettatore.
Ma, già subito dopo l’entrata in scena della protagonista Rebecca alias Sarah Bolger, tormentata a causa del suicidio del padre e che, sperando di voltare pagina, ha appena iniziato il primo anno di liceo in un collegio d’élite, s’intuisce che il tono generale della vicenda raccontata – tratta da un romanzo di Rachel Klein – sia tutt’altro che allegro.
Infatti, con influenze che sembrano provenire sia da "Jennifer’s body" (2009) di Karyn Kusama, sia dalla saga di "Twilight", prima vediamo la ragazza stringere un rapporto di amicizia con la solare e innocente Lucie, con le fattezze della Sarah Gadon di "A dangerous method" (2011), poi assistiamo ad un improvviso peggioramento della situazione in seguito all’arrivo della misteriosa Ernessa, cui concede anima e corpo la Lily Cole di "Parnassus - L’uomo che voleva ingannare il diavolo" (2009).
E, inizialmente, con un look generale decisamente dark, impreziosito soprattutto dai contrasti forniti dalla bella fotografia di Declan Quinn, l’insieme appare molto interessante, ma sembra destinato a peggiorare proprio man mano che le stravaganze della nuova arrivata aumentano e una serie di misteriose morti comincia a tormentare il posto.
D’altra parte, mentre viene ribadito che i tre elementi che ricorrono nelle storie di vampiri sono il sesso, il sangue e la morte e Rebecca si rivela sempre più ossessionata da "Carmilla", il racconto sui succhiasangue firmato da Sheridan Le Fanu, un insostenibile, lento ritmo narrativo provvede ad infiacchire e rendere soporifero il tutto.
Con la risultante di un’operazione che, tra oniriche piogge di sangue e personaggi lasciati in sospeso (si pensi al professore interpretato dallo Scott Speedman della serie “Underworld”), procede inesorabilmente a vuoto, lasciando apprezzare soltanto la riuscita atmosfera.
Insomma, un vampire movie abbastanza inutile.
La frase:
"Il vampiro è un essere solitario".
a cura di Francesco Lomuscio
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