The Martins
Non prestate una pistola, seppur scarica, ad un disoccupato inglese che vuole portare, a tutti i costi, la sua famiglia in vacanza. Sarebbe capace di sequestrare una coppia di vecchi coniugi, che hanno vinto ad un concorso una permanenza di una settimana su una meravigliosa isola, per rubare loro il vaucher per il viaggio. Non prima di aver rapinato un rivenditore di animali per regalare al figlio per il suo compleanno un pappagallo e aver minacciato il suo maestro di scuola accusandolo di mancanza di delicatezza nei confronti del figlio.
Tutte queste sono le bravate compiute da Robert Martins (Lee Evans) il capo famiglia, ossessionato dai concorsi a premi che spera di vincere senza mai riuscirvi (l'unico premio vinto è costituito da un tappetino da bagno a forma di giraffa!). Come il Bill di "Un Giorno di ordinaria follia" Robert decide, dopo l'ennesima delusione, di riscattare una vita di amarezze e frustrazioni. Certo lo fa a modo suo. Nascondendo alla sua numerosa famiglia i metodi usati, li conduce sull'Isola di Man dove, in un finale liberatorio e catartico i Martins, vivranno una settimana da sogno che non riusciranno a dimenticare mai più.
I produttori di "The Martins", gli stessi di recenti successi come "Billy Elliott", realizzano un film che, travestito da commedia, affronta tematiche tipiche del cinema inglese degli ultimi dieci anni. Argomenti come la disoccupazione e l'emarginazione vengono trattati dal regista e sceneggiatore Tony Grounds (un passato di apprezzato regista televisivo) con un tono apparentemente spigliato e leggero ma che, inevitabilmente, lascia un gusto amaro in bocca. Equilibrato nel tratteggio dei personaggi, anche se quello della suocera di Martin (Linda Bassett / "East is East") assume toni quasi farseschi, ben calibrato nelle sue componenti, il film è tutto sommato gradevole, pur se contraddistinto da una narrazione un pò piatta, priva di impennate stilistiche.
Il lavoro è impreziosito dalla buona prova degli attori. In particolare da quella di Kathy Burke ("Niente per bocca", "Ballando a Lughnasa") nel ruolo di Angie la moglie di Robert. Una prova intensa e drammatica senza toni esagerati e mai sopra le righe. Bravo anche Lee Evans ("Il quinto elemento", "Tutti pazzi per Mary") a barcamenarsi con mestiere tra i toni ora comici ora drammatici del film.
Un'altra buon esempio di cinema inglese. Per gli amanti della cinematografia d'oltre manica ma anche per chi non disdegna una commedia non fine a sé stessa.
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