The legacy
Tre giovani francesi si trovano a Tbilissi, capitale della Georgia, per ricevere in eredità un castello in rovina. Per raggiungere la loro nuova proprietà intraprendono un lungo viaggio in autobus. Durante il tragitto incontrano un giovane e suo nonno. I due portano una inquietante bara vuota. I tre stranieri decidono di scoprire il loro segreto.

Ritorna Gela Babluani dopo lo spettacolare esordio al Festival del cinema di Venezia del 2005 con 13 - Tzameti. Dietro alla macchina da presa si trova anche il padre del cineasta, Temur Babluani (vincitore dell'Orso d'argento a Berlino nel 1993), autore tra l'altro del soggetto e della sceneggiatura. Ritorna anche il protagonista di 13 - Tzameti, ancora una volta nel ruolo di un personaggio il cui destino è determinato dal caso. Anche se ne L'Heritage gli interni soffocanti di una villetta isolata della campagna francese sono sostituiti dagli ariosi panorami della campagna georgiana, il senso di disperazione derivante dalla consapevolezza di non poter disporre del proprio destino è la stessa. Si tratta di una vera e propria macchia, un peccato originale che grava sulla condizione umana così come l'ira divina gravava sulle maschere della tragedia greca, vittime incolpevoli di un fato cieco ed imperscrutabile. Le azioni degli uomini portano risultati diversi rispetto alle loro previsioni, specialmente in una terra in cui è "la gente della montagna" ad avere leggi proprie, non contrastate nemmeno dalle autorità locali. Al posto del bianco e nero un colore sbiadito e sporco, luce di un paese ancora governato da una struttura economica primitiva, dilaniato da una recente guerra civile che ha prostrato profondamente la popolazione. In definitiva una pellicola che offre nessuno spiraglio né alla speranza né alla possibilità stessa di imparare qualcosa dal passato.

Nel film dei due registi, una piccola avventura on the road a tinte fosche nella conclusione ma non nello svolgimento, troviamo personaggi curiosi e straordinari, ciascuno a proprio modo, ed è evidente che padre e figlio hanno assimilato benissimo la lezione di Ejzenstein del "tipazh", la capacità di trovare i volti giusti per ogni personaggio in modo tale che ciascuna ripresa di questi visi unici sia in grado di raccontare la loro storia ed il loro mondo interiore.

La frase: "I cento dollari servono a cementare la nostra amicizia."

Mauro Corso

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