The Lazarus Effect
Coinvolto in una breve apparizione, è presente anche il Ray Wise di "Jeepers creepers - Il canto del diavolo 2" (2003) nel primo lungometraggio di finzione diretto dal David Gelb proveniente dall’universo dei documentari e degli short, qui impegnato a mettere in scena la tutt’altro che tranquilla vicenda di un gruppo di ricercatori alle prese con la scoperta di un siero capace di resuscitare i morti.
Gruppo di ricercatori di cui fanno parte i giovani Clay, Eva e Niko, rispettivamente interpretati dall’Evan Peters di "X-Men-Giorni di un futuro passato" (2014), dalla Sarah Bolger di "Spiderwick - Le cronache" (2008) e dal Donald Glover di "Magic Mike XXL" (2015); tutti sotto la guida di Frank e Zoe, ovvero il Mark Duplass regista – insieme al fratello Jay – di "Cyrus" (2010) e la Olivia Wilde di "Rush" (2013), che, a causa di un incidente, rimane uccisa divenendo la prima cavia umana dell’innovativo esperimento.
Ma soltanto dopo il successo ottenuto dal metodo – seppur con risultati discutibili – su un cane privo di vita e a seguito di circa quaranta minuti (sui neppure ottanta totali) totalmente privi di verve e tempestati, al massimo, dei consueti balzi di sonoro volti a garantire spaventi improvvisi.
Infatti, il vero e proprio horror prende il via dal momento in cui la donna rinviene e, consapevole di ciò che le è accaduto e in possesso dei ricordi relativi alla fase di incoscienza appena superata, non manca di sfoderare uno strano comportamento; prima ancora di rivelarsi dotata di tanto incontrollabili quanto pericolosi poteri dalle mortali conseguenze.
Mortali conseguenze relegate all’ultima mezz’ora dell’operazione, tra una vittima spremuta viva in un armadio in metallo come avvenne in "Prom night 2 - Il ritorno" (1987) e un cranio fracassato a mani nude, testimoniando ulteriormente la già in precedenza avvertita natura di frullato senza fantasia di ingredienti tipici del genere.
Del resto, al di là di una citazione verbale per il kinghiano "Cujo" (1983), è facilmente individuabile anche una certa influenza dalla serie "Nightmare" (si pensi all’incontro tra Eva e una bambina nel corridoio di un edificio in fiamme) nel corso dell’insieme; tecnicamente non disprezzabile ma il cui spessore – complice la quasi totale ambientazione in interni di laboratorio – non sembra distaccarsi molto, in fin dei conti, da quello di un qualsiasi b-movie (uno dei meno memorabili, però) concepito direttamente per il mercato dell’home video.
La frase:
"Tutto è iniziato appena l’avete riportata in vita".
a cura di Francesco Lomuscio
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