The Home of Dark Butterflies
Presentato dalla Finlandia come candidato all’Oscar per il 2009 come miglior film straniero, la "Casa delle farfalle scure" (così recita almeno il titolo originale) è un prodotto complesso e raffinato, piuttosto duro per il tema affrontato eppure non privo di una certa poesia.

La pellicola narra la vicenda di Juhani, un ragazzo problematico, che dopo essere passato inutilmente da un affidamento all’altro, viene portato in una sorta di struttura di correzione per giovani difficili collocata su un’isola. Questa specie Alcatraz per adolescenti è governata da un misterioso direttore, un personaggio enigmatico e severo, che pure trova la sua vocazione proprio nell’assistere questi disadattati in erba.

La vicenda centrale ruota attorno al passato di Juhani, che ci viene mostrato tramite una serie di flashback che mostrano in vivo il percorso psicanalitico di Juhani che lo condurrà all’accettazione di quanto è accaduto e alla consapevolezza della sua non responsabilità per quanto hanno in realtà commesso i suoi genitori. La cosa più interessante di questi flashback, procedimento narrativo spesso molto abusato nel cinema, è che questi ricordi improvvisi vengono saldamente ancorati alla realtà dell’isola, per cui è l’analogia con il presente a scatenare i ricordi traumatici del passato. Per rendere più reale e meno astratto questo procedimento, intorno a Juhani viene costruito una specie di microcosmo fatto di personaggi concreti e autonomi che non sono necessariamente funzionali al processo di guarigione di Juhani. Da questo punto di vista l’isola, l’impossibilità di varcare il mare che la separa dalla terra ferma, rappresenta in maniera concreta la barriera fisica che impedisce di fatto l’accettazione di sé, del proprio posto nel mondo e, in definitiva, di una sessualità che non rechi in sé il marchio del disprezzo nei confronti del genere femminile.

Il percorso è naturalmente una strada estremamente difficile, punteggiata da sconfitte e amarezze, però proprio in virtù del proprio abbandono Juhani troverà l’energia per diventare un uomo più forte di molti altri della sua età.

Anche se è difficile prevedere quale sarà il destino della pellicola finlandese per l’Academy Hall del 2009, è indubbio che si tratta di un prodotto di alta qualità e un sicuro oggetto di studio per valutare il legame spesso intimo tra cinema e psicanalisi. Peraltro dal punto di vista strettamente cinematografico è ben diretto e ben recitato. Non è difficile credere che i piccoli protagonisti verranno coinvolti in ruoli sempre più importanti nell’ambito del cinema finlandese.

La frase: "oh oh! Sai anche dire una frase completa!".

Mauro Corso

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