The experiment
L'esperimento del regista tedesco Olivier Hirschbiegel sembra viaggiare sulla scia dei numerosi "Grandi Fratelli" che hanno straziato il pubblico europeo nel corso delle stagioni passate. In realtà è solo una sensazione: questa versione cinematografica se ne allontana con straordinaria originalità eliminando il fastidioso carattere di voyeurismo delle trasmissioni televisive.
Il regista amburghese trova il materiale giusto per il suo primo lungometraggio nel romanzo ricco di suspence di Mario Giordano, "The black box", e si assicura la partecipazione di Moritz Bleibtreu, vera star in Germania e piuttosto apprezzato anche in America per la sua interessante partecipazione in un film ormai divenuto un cult, "Fandango".

Per studiare le reazioni umane alle imposizioni e alla prigionia un gruppo di scienziati organizza un esperimento in un finto penitenziario. Sceglie venti uomini, di cui 8 saranno le guardie e 12 i detenuti e promette 4000 marchi di premio a ciascuno.
Ma l'esperimento non arriverà alla fine dei 15 giorni previsti: l'eccessiva dose di potere farà compiere al gruppo di secondini azioni crudeli e vendicative suscitando la ribellione dei detenuti. In poco meno di cinque giorni la situazione degenererà irrimediabilmente concludendosi in vera tragedia.

Straordinaria analisi del genere umano e delle sue animalesche reazioni alle imposizioni e agli abusi, con tanto di claustrofobica ambientazione.
Perduta l'identità e chiamati con un numero i prigionieri tentano di considerare tutto come un gioco, e sebbene in principio le guardie seguano quella scia di divertimento, si fanno quasi immediatamente coinvolgere dal potere che posseggono.
In realtà è piuttosto triste e anche un pò sconvolgente rendersi conto quanto spesso sia repressa la violenza di alcuni e di quanto sia praticamente impossibile gestirla nel momento in cui esce fuori incontrollata. Tutta la forza della vicenda è sottolineata dalla regia netta ed essenziale di Hirschbiegel, capace di creare vera e propria angoscia nello spettatore, catapultandolo a forza dalla poltrona alle sbarre di quella prigione, finta solo in apparenza. Un film crudele che evidenzia tragicamente la totale mancanza del senso di giustizia nell'uomo, vinto spesso e volentieri dal desiderio istintivo, e perciò invicibile, di esercitare il potere sugli altri.

Valeria Chiari

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