The Equalizer - Il Vendicatore
La Vendetta è un piatto che va servito freddo dicevano, ma non è il caso di Mr. McCall. Denzel Washington torna in coppia con Antoine Fuqua a 13 anni di distanza dal successo di “Training Day” e il risultato è esplosivo. Cosa succede se mettiamo un compulsivo ex agente della CIA contro la mafia russa di Boston? La risposta si può trovare nei 131’ di pellicola in cui probabilmente viene battuto il guinness world record di uccisioni: pistola, cavatappi, bottiglia, forbici, martello, sparachiodi, forbici lunghe ed energia elettrica.
L’attore premio Oscar mostra i muscoli in una lotta contro la mafia russa, il nome dell’antagonista Vladimir Pushkin è un riferimento neanche troppo velato all’attuale “zar” di Russia, che lo porterà a risvegliare la parte peggiore di lui. In una vita compulsiva, da Dott. Jekyll e Mr. Hyde, Robert McCall passa dal tranquillo commesso di negozio a giustiziere notturno degno del “Cavaliere Oscuro”. Film a volte scontato e tratto dall’omonima serie tv degli anni 80’, ma che cerca di tenere in primo piano anche i sentimenti e non soltanto la pura action. L’esempio lampante è la storia di Teri, il cui vero nome è Alina: la ragazza è costretta a prostituirsi e dopo essere stata picchiata da un cliente viene mandata in ospedale. Robert, suo amico, cercherà di fare di tutto per vendicarla.
Nel corso del lungometraggio la prostituzione non viene mai mostrata in video, anzi sembra come se il regista la eviti accuratamente. Rabbia, vendetta, oppressione, amicizia e libertà sono i valori per cui combatte l’eroe afroamericano. La città dell’università di Harward è probabilmente la più europea del Nuovo Continente e si presta molto bene a raccontare simili vicende: anche nella realtà c’è la possibilità di imbattersi in strada in regolamenti di conti e mafiosi assassinati. In una lotta con un antieroe, tipica dei lavori di Sergio Leone, Fuqua riesce a cucire perfettamente il personaggio su Denzel Washington, un vendicatore che fa sentire le persone al sicuro in una società in preda al disagio e alla criminalità. Se nella sua interpretazione premiata dall’Academy l’attore era il poliziotto corrotto qui i ruoli si sono invertiti: ora è lui a dare la caccia alla corruzione e sembra perfettamente a suo agio nel farlo. Il senso dell’action viene esaltato dalle scene rallentate, stile voluto fortemente da Fuqua e Woulard, capo dei coordinatori stuntman. Il film è interamente incentrato sulla figura del protagonista che, tranne in alcune scene, appare in tutta la pellicola.
Il punto di svolta della vicenda, che rivela la vera natura dell’eroe, è vedere il volto sfregiato di Alina: da lì il climax cambia arrivando a una dose di tensione e suspense che continuerà fino alla fine. Applausi per la bella fotografia targata Mauro Fiore, già premio Oscar per lo spettacolare lavoro svolto nel film “Avatar”: non era facile riuscire a gestire un film girato quasi interamente in scene notturne ma il maestro italiano c’è riuscito.
Il lungometraggio è sicuramente apprezzabile per il genere e molto spettacolare, nonostante come detto alcuni aspetti visti e rivisti in altri movie made in USA. Gli spettatori dopo averlo visto controlleranno le loro manie compulsive, perché anche dietro una bustina di tè piegata in un fazzoletto può nascondersi l’anima del più spietato dei vendicatori.
La frase:
"Cambia il tuo mondo, puoi essere quello che vuoi".
a cura di Thomas Cardinali
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