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The company
Robert Altman torna dietro la macchina da presa per scavare nelle profondità di una delle professioni artistiche più affascinanti ma anche delle più faticose e dolorose.
Messa da parte la superficialità del mondo della moda o quelle della nobiltà inglese dei primi del '900, il regista americano si dedica adesso al mondo della danza e agli artisti che lo compongono e sotto la sua personalissima lente di ingrandimento, fa passare tutto il sudore e tutte le lacrime di una categoria di "lavoratori" tra le più seducenti, dietro la quale però si nascondono passione, dedizione e soprattutto sacrificio.
Dai passi leggeri delle belle coreografie ai dietro le quinte, con i lunghi esercizi alla sbarra o le estenuanti prove, fino ad arrivare ai piedi gonfi e sanguinanti a fine giornata. Altman non dimentica neppure la parte economica che deve imperativamente accompagnare l'andamento della compagnia di ballo che porta sul grande schermo: ovvero la ricerca costante dei fondi necessari a finanziare i balletti da mettere poi in scena. Con la sua ormai consueta arte del tratteggio, il regista riesce a collegare ogni personaggio all'altro messi a loro volta in relazione con il tutto, come un puzzle, a ricreare quell'atmosfera di straordinaria consonanza tra musica e movimento.
La ballerina Ry, talentuosa e determinata, il giovane cuoco Josh di cui si innamora, Mr A. carismatico coreografo e affascinante direttore della compagnia di ballo e poi Maia, Justin, Frankie, i colleghi di Ry in lotta costante con le proprie insicurezze, alla continua ricerca di conferme, irrimediabilmente divisi tra le ambizioni e la realtà di un mondo duro che concede loro pochissimo.
Scritto in collaborazione con Barbara Turner il film è prodotto tra gli altri dalla stessa protagonista, Neve Campbell, ex ballerina professionista della National School of Ballet, da tempo intenzionata a descrivere la vita di una compagnia di ballo, tra sfide, fallimenti e momenti esaltanti. Tutti aspetti che il film in realtà lascia solo intravedere, come se il regista conquistato da quel mondo etereo eppure colmo di fatiche e rinunce, avesse poi preferito lasciarsi guidare dalla propria fascinazione e ammirazione. Prevale quindi l'armonia del movimento e della musica che accompagnano le straordinarie ed atletiche coreografie create appositamente per la pellicola che di Altmaniano conserva solamente la consueta coralità.
Considerando però che la danza è probabilmente una delle arti in grado di soggiogare qualsiasi tipo di spettatore, il film è indubbiamente una opera molto ben confezionata. Sebbene si senta forte la mancanza dell'osservazione irriverente e persino cinica tipica del regista, la pellicola promette, almeno per l'occhio, un piacevole spettacolo.
Valeria Chiari
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