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Sunshine Cleaning
Quando dirige una donna (Christine Jeffs), scrive una donna (Megan Holley) e interpretano due attrici (Amy Adams e Emily Blunt), ci può essere qualche dubbio che la storia non sia più che mai al femminile? Probabilmente sì, ma non è questo il caso. Rose e Nora sono due sorelle tanto legate, quanto diverse l’una dall’altra. Da quando la mamma è scomparsa, Rose si è presa cura della più piccola Nora con l’aiuto di un burbero papà. Siamo nella provincia americana, le due "ragazze" hanno ormai circa una trentina d’anni ed entrambe ancora non hanno trovato una propria dimensione lavorativa e sentimentale.
Qualcosa sembra cambiare quando le due si alleano per l’apertura di una società di pulizie specializzate in zone del crimine. Peccato però che appena le cose sembrano andare nel verso giusto, qualcosa vada di traverso.
"Sunshine Cleaning" è un film più che mai da "Sundance festival". Potrebbe essere un genere a sé stante quello dei film che vengono presentati nella rassegna cinematografica gestita da Robert Redford: budget basso, ma non bassisimo (dopotutto siamo in America), presenza di star affermate, ma non troppo e, soprattutto, storie di famiglie o protagonisti malinconici (per una vita che non raggiunge assolutamente l’agognato "american dream") che però riescono a trovare in piccole cose la gioia di vivere o comunque la speranza per andare avanti. Ecco l’America che non luccica, quella di persone comuni che vivono in luoghi comuni senza grosse possibilità di riscatto. Si tratta quindi di vicende normalmente minimaliste che hanno nelle originali caratterizzazioni dei personaggi e/o delle ambientazioni i propri punti di forza. Al pubblico piacciono, forse ci si identifica meglio, si pensa (e in alcuni casi, a ragione) che siano queste le vicende capaci di toccare il cuore con sincerità. Purtroppo però, dopo qualche anno di film di questa tipologia, anche questo modus operandi è diventato una formula proprio come quelle utilizzate per tante pellicole mainstream. E’ questo il caso di "Sunshine Cleaning" che, per quanto le musiche siano "carine", le attrici siano brave e "carine" e la loro avventura sia mestamente "carina", tutto appare terribilmente artificiale agli occhi di chi, di film analoghi, ne vede crescere la quantità ogni anno che passa.
Le scene madri fatte di due cuori e una capanna (davanti al divano a vedere la televisione), il fatto che ci sia sempre un po’ di sfiga di mezzo (qui l’incendio) e che la candida ingenuità di un personaggio cada sempre vittima del cinismo altrui. Per chi invece è "vergine" a queste atmosfere e ama i drammi compassati e intimisti, "Sunshine Cleaning" senza dubbio piacerà. C’è l’affetto tra due sorelle, una vita quotidiana difficile da gestire, la voglia di riscatto e la forza di volontà, il tutto raccontato con garbo e un pizzico di ironia. Non si tratta assolutamente di un film vuoto, il problema è che sembra riciclato.
La frase: "Non ci sono molte cose che so fare, ma sono brava a prendermi i ragazzi che mi vogliono. Non quelli che vogliono da me un appuntamento o che mi vogliono sposare, ma che vogliono me".
Andrea D'Addio
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