Sul mare
Le prime inquadrature del nuovo film di D’Alatri si aprono proprio su una distesa azzurra, ci fanno avvicinare velocemente alla riva di Ventotene, splendida isola del sud pontino. Girato totalmente in digitale, "Sul mare" è, a detta del regista, un’esperienza tra le più intense e sperimentali della sua carriera, e i movimenti di macchina, il montaggio e un inedito (per D’Alatri) uso della voce fuori campo ne danno prova. Il film è tratto dal romanzo "In bilico sul mare" di Anna Pavignano, che ne è anche sceneggiatrice insieme al regista; i temi che affronta sono tanti, che si intrecciano in mille fili e mostrano come ogni esistenza sia composta da elementi poliedrici che prendono a ogni istante una via impensata.
Nella piccola isola di Ventotene vive il nostro protagonista, il ventenne Salvatore (Dario Castiglio) che d’estate porta a spasso i turisti sulla sua barca, e d’inverno lavora come muratore in un cantiere. La differenza tra il periodo estivo e quello invernale è netta: sull’isola d’inverno la vita è difficile perché tutto si addormenta in attesa della bella stagione e i suoi abitanti sono costretti a tornare sulla terra ferma per lavorare, in una Italia in cui trovare lavoro è una delle cose più ardue da compiere, in cui questa realtà è fatta di insoddisfazione, sfruttamento, clandestinità, lavoro in nero e spesso di disperazione.
Questa amara riflessione caratterizza solo la parte invernale della vita di Salvatore, la parte estiva è piena di promesse, attese, forti passioni e ovviamente di amore. Salvatore e Martina (Martina Codecasa) si incontrano sul pontile di Ventotene, la loro storia è quella del primo amore che può distruggere o innalzare in un solo momento, per cui tutto è bianco o nero, tutti i sentimenti sembrano assoluti. Una frase della scrittrice è emblematica per comprendere come i temi del film si leghino: "si parla sempre di morti bianche sul lavoro, ma non si parla mai di ciò che è stato interrotto". "Sul mare" non è un film di denuncia su una delle piaghe della nostra società, racconta proprio ciò che è stato interrotto da un’ingiusta morte; racconta il primo amore con le ingenuità e gli estremi che lo caratterizzano.
D’Alatri con questa delicata commedia riesce a dare un quadro dei giovani di oggi diverso da quello che siamo abituati a vedere al cinema negli ultimi tempi, ma forse molto più reale. I ragazzi di Ventotene vivono il momento, ridono, scherzano e ci provano con le ragazze, cercano di guadagnare qualche soldo senza faticare troppo e incontrano l’amore. Forse sono gravati da qualche pensiero in più dei loro genitori, ma sono del tutto simili a loro, con le stesse insicurezze, gli stessi bisogni e le stesse speranze. È la realtà che spesso schiaccia i sogni dei giovani, come un incidente in un cantiere non regolamentare interrompe giovani vite.

La frase: "Non mi è mai piaciuto vivere una vita col lato estivo e quello invernale come i materassi".

Ilaria Ferri

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