Storia d'inverno
“Storia d’inverno” è la prima prova alla regia per il famoso sceneggiatore americano Akiva Goldsman, autore di script quali A beautiful Mind, Cinderella Man, Il Codice Da Vinci, Io sono Leggenda.
Come esordio dietro la macchina da presa ha scelto un romanzo fantastico del 1983 scritto da Mark Helprin, l’omonimo Winter’s Tale. La notizia che finalmente avremmo rivisto in sala una storia d’amore fantasy in stile La storia infinita, Ladyhawke, era stata accolta dagli spettatori con entusiasmo, sperando in un dramma sentimentale emozionante e ricco di effetti speciali.
La storia però di emozionante ha davvero ben poco per non dire nulla, risultando un lavoro cinematografico privo di un filo logico e con grandi lacune nella sceneggiatura. I film adattati da romanzi in genere, pur essendo coerenti con la storia letteraria, rubano i fatti salienti per romanzarne la cornice. In questo caso però, Goldsman perde il controllo sia della regia sia del copione, creando una confusione tale da rendere difficile la comprensione del film a quelli che l’opera scritta non l’hanno letta.
Storia d’inverno è inizialmente ambientato nel ‘900 e segue la vicenda di Peter Lake (Colin Farrell), un ladro che deve scappare dalle grinfie del suo ex protettore Pearly Soames (Russell Crowe), perché non vuole compiere il destino che quest’ultimo ha programmato per lui. Un giorno, addentrandosi in una ricca casa con l’intento di rubare, conosce la bella e malata Beverly (Jessica Brown Findlay) ed è amore finché morte non li separi. Ma quando questa arriva e si prende la vita della ragazza, Peter si ritroverà a viaggiare nel tempo sbarcando nell’era moderna perché ha un destino da compiere prima di ricongiungersi con l’amata.
Nonostante le stimolanti e rassicuranti riflessioni sullo scopo finale che ognuno di noi ha nell’arco della sua esistenza, la consapevolezza che l’amore vero esiste e prima o poi bussa alla porta di tutti, come anche la famosa lotta tra bene e male – che in questa storia fantasy è uno degli elementi caratterizzanti e anche più interessanti, purtroppo il film di Goldsman stenta a decollare. Anche il cast stellare e d’eccezione non riesce a salvare un film che fa acqua da tutte le parti, esibendo performance sottotono e prive di carattere.
Sicuramente non era facile curare la trasposizione di un romanzo di quasi 1000 pagine in uno script da 2 ore, e le nobili intenzioni del regista nel voler creare una favola d’amore senza tempo si intravedono, regalando comunque una scenografia spettacolare e magica che lascia sbalorditi nel passaggio dalla New York del Novecento ai giorni nostri. Ma il problema del film è proprio nel non essere riuscito a concentrarsi in nessun livello narrativo e di dare l’impressione di essere il progetto di una grande campagna marketing pensata appositamente ed unicamente per l’imminente arrivo del 14 Febbraio.
La frase:
- "Lo senti il cuore?"
- "Smettila, o scioglierò tutta la neve che ho intorno"
- "Dimmi di si e scioglierai tutta la neve del pianeta".
a cura di Valeria Vinzani
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