FilmUP - Speciale / Intervista a Tobey Maguire e Kirsten Dunst

29 maggio 2002 - Conferenza stampa
Tobey Maguire e Kirsten Dunst
Intervista ai protagonisti di Spider-Man
di Valerio Salvi

Il suo ruolo di Uomo Ragno richiede parecchie acrobazie, hai dovuto sostenere una preparazione fisica particolare?
Tobey - In effetti si, ha richiesto molto impegno in termini di tempo e di energie. Mi sono allenato per cinque mesi, sei giorni alla settimana per quattro ore. Yoga, arti marziali, training sulla resistenza ed una dieta specifica per poter acquisire l'elasticità necessaria a compiere le varie acrobazie.

Perché secondo voi i supereroi non possono avere una vita sentimentale normale e devono rinunciare al sesso o comunque al rapporto con una compagna, e voi lo fareste?
Tobey - Io spero di essere in grado di fare una scelta di sacrificio a favore degli altri, ma è difficile saperlo se non ci si trova nelle condizioni di dover effettuare questa scelta.
Kirsten - Mah, la ragione è sicuramente la necessità di non mettere in pericolo le persone che ci sono vicine. Io non saprei come comportarmi, vedremo nei prossimi sequel cosa farà Spiderman.

A cosa avete dovuto rinunciare per la vostra carriera?
Tobey - A me piace la mia vita e ciò che faccio, ed ho l'opportunità di lavorare con persone che ammiro moltissimo. Nella vita ci sono sempre delle cose che ne compensano delle altre, quindi non si tratta di veri e propri sacrifici.
Kirsten - Non penso di aver rinunciato a nulla, piuttosto ho una vita diversa dagli altri, ma ho anche ciò a cui tengo di più: famiglia ed amici che si prendono cura di me. Io mi sento fortunata che così giovane riesco a fare quello che mi piace, vedo molte mie amiche che ancora non sanno quello che vorranno fare nella vita.

Entrambi provenite da esperienze di cinema d'autore come "Il Giardino delle Vergini Suicide" per lei e "Wonder Boys" per Tobey. Entrare in una mega-produzione come questa ha cambiato qualcosa nel vostro metodo d'approccio al film?
Kirsten - No, non direi, avevo gia avuto altre esperienze di produzioni di alto livello, come "Intervista con il Vampiro" ad esempio, ma a parte la quantità incredibile di effetti speciali, direi che per il resto nulla è cambiato, anche grazie al rapporto con il regista che è sempre stato molto amichevole. La sensazione finale è stata quella di lavorare in un film indipendente anche se il budget era di tutt'altro livello.
Tobey - Il mio approccio al film non cambia in ragione del tipo di produzione, perché occorre sempre serietà nell'affrontare un lavoro anche se ci si muove su un "blue-screen", anzi direi che forse occorre addirittura una concentrazione maggiore in questi casi. Tra l'altro recitando molte sequenze con una maschera sul viso, bisogna sforzarsi per utilizzare una sorta di linguaggio corporeo o supplire con il dialogo alla mancanza di espressività. Mi sono sforzato al massimo per rendere il personaggio il più onesto e credibile possibile.

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