Sole a catinelle

"Revenant - Redivivo"

Intervista al regista e al protagonista.


di Thomas Cardinali16 gennaio 2016



Leonarod DiCaprio e Gonzalez Alejandro Inarritu arrivano a Roma in conferenza stampa per presentare il loro "Revenant - Redivivo" candidato a 12 premi Oscar e vincitore di tre Golden Globes. Gli occhi di tutti sono puntati sull'attore protagonista, che il prossimo 28 ottobre proverà a battere la maledizione dell'Academy. La chiacchierata con i due ha spaziato dalle emozioni per Leonardo DiCaprio di recitare un ruolo tanto complesso, fino alle domande più tecniche per il regista Inarritu. In questo film il livello visivo del cinema raggiunge forse vette mai toccate grazie alla fotografia di Lubzski, un nome sempre presente durante l'incontro di 30'. Ecco il nostro resoconto su FilmUp.


Visivamente questo film si distingue subito della fotografia di Lubzski, quanta è stata forte la sua influenza?
Gonzalez Alejandro Inarritu: Il processo per realizzare un film è davvero complesso per arrivare a questa espressione di arte. Io ho avuto il privilegio di conoscere Chivo quando ero giovanissimo e abbiamo lavorato insieme per Birdman. Quando lo invito a partecipare a un mio progetto sono appunto gli obiettivi. La collaborazione parte da quello che io voglio trasmettere. Quindi una volta che abbiamo stabilito gli strumenti per realizzarli guardiamo il processo, alcuni utilizzano gli storyboard o strumenti digitali. Noi cerchiamo un luogo e giochiamo su tutti i movimenti. Tutti gli aspetti che utilizziamo per progettare la tensione drammatica, il suo input è stato eccezionale. Ha una conoscenza dell'uso delle luci fantastico. Lavorare con lui è eccezionale, ogni movimento è frutto di qualcosa progettato almeno 6 mesi prima.

Non ricordo un film dove la macchina da presa si senta così tanto, cosa volevate ottenere?
Leonardo DiCaprio: Non posso rispondere al posto di Alejandro. Credo che quello che vediamo inserito nel film, magari il mio respiro o il sangue che macchia l'obiettivo è un qualcosa che ti consente di entrare in profondo e diretto contatto. Diventa un'esperienza profonda e viscerale, la capacità di Alejandro e di Chivo è stata entrare a far parte di questo mondo così naturale in cui ti immergi senza soluzione di continuità. I sentimenti più profondi nell'intimità del personaggio con paesaggi epici e grandiosi. Li ho percepiti sin dalla prima volta, credo di non aver mai partecipato ad un film dove la capacità e la padronanza del mestiere siano così eccezionali. La visione di questi paesaggi grandiosi e la percezione dei sentimenti dei personaggi.
Gonzalez Alejandro Inarritu: Volevo aggiungere che quando ho iniziato questo progetto il mio obiettivo era creare la sensazione del documentario, se avessi girato questo film 5 anni fa non sarei riuscito a realizzare così il film. Per me l'idea era portare la gente lì e farli entrare dentro. Comprendere l'elemento fisico, alcuni di voi hanno scritto sui giornali un National geographic.

Abbiamo visto che il film è candidato a molti Oscar, e anche lei lo è. Vede tutto questo come una sfida? Cosa potrebbe cambiare l'eventuale vittoria di un oscar nella sua carriera?
Leonardo DiCaprio: Siamo davvero soddisfatti per la reazione dell'Academy al nostro film. Lavorare così tanto realizzarlo è stato come intraprendere un viaggio in queste aree, nella vita di Hugh Glass ed è un capitolo importante della nostra vita perché gli abbiamo dedicato quasi un anno. Quel che significa per me l'Oscar è molto semplice: non è la ragione per cui faccio film, anche se era nei miei pensieri mentre stavamo realizzando Revenant e mi piacerebbe ricevere questo premio dall'Academy, ma al momento è aldilà di quello che posso fare io. Qualsiasi vittoria agli Oscar servirà a dare maggiore coraggio ai finanziatori e agli studios nel produrre pellicole come questa, o almeno è quello che spero. Per me quello che abbiamo raggiunto è vera e propria arte epica di larga portata. Opere come questa non vengono finanziate spesso e non so quante ne potremo vedere in futuro.

Cosa le rimarrà di questa lavorazione e di questo ruolo?
Leonardo DiCaprio: Quando abbiamo iniziato non sapevamo dove saremmo andati a fi ire, ci siamo dati la libertà di partire senza un progetto preciso. Quella di Hugh Glass è una storia da raccontarsi attorno al fuoco, una che parla di frontiera e della relazione tra uomo e natura. Per mettere in scena ciò e trovare una risposta alle tante domande che ci eravamo posti dovevamo andare lì a girare.
Quel che mi rimarrà sicuramente è l'avidità umana, la relazione che gli uomini stringono con la natura quando la dominano, gente che riesce a sopravvivere estraendo da essa tutto ciò di cui ha bisogno. E poi mi rimarrà tutto ciò che gli indigeni hanno sacrificato. Quest'anno ho girato anche un film sui cambiamenti climatici e stare in quei luoghi, in quello scenario, con quel panorama faceva sembrare come che la natura ci parlasse e ci dicesse quanto questo mondo sia fragile

In questo film ci sono dei riferimenti al vecchio western, a cosa vi siete rifatti?
Gonzalez Alejandro Inarritu: Per me non è un western e non ho pensato ai western. Pensavo semmai a Dersu Uzala, "Il piccolo guerriero delle grandi pianure", a "Aguirre il Furore di Dio" a "Fitzcarraldo" ad "Apocalypse Now" o ai film di Tarkovsky o ancora all'Andrei Rublev, sono state queste le mie ispirazioni: film su larga scala ma con personaggi molto intimi e una forte dimensione spirituale. Quello di Revenant è un mondo che non ha niente a che vedere con il west perché è ambientato in un tempo in cui il west non esisteva, si tratta di un viaggio sia fisico che spirituale
Leonardo DiCaprio: Non esiste documentazione su quel che accadeva in quella regione in quel periodo. In questo senso fare il film non è stato diverso dal fare fantascienza, ho dovuto attingere ai diari di alcuni montanari o ai racconti dei nostalgici che vedevano l'essere montanari come qualcosa di spirituale, persone che sanno come sopravvivere solo estraendo ciò di cui hanno bisogno dalla natura. Quel che Alejandro voleva era proprio il dissolversi di tutto ciò, avere ogni giorno un personaggio in lotta con tutto e tutti. Per raggiungere questo livello c'era ben poco da fare in preproduzione, alla fine è una questione d'istinto

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