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02 Settembre 2006 - Conferenza Stampa
"The Queen - La regina"
Intervista al regista e al cast.
di Mauro Corso
Il cast di The Queen è forse il primo nella 63 edizione della Mostra del cinema di Venezia ad essere accolto da un'ovazione sentita e liberatoria, segno certo di apprezzamento da parte dei giornalisti verso un film di alto livello ed un'interpretazione sorprendente di Helen Mirren. Oltre alla Mirren sono presenti in sala il regista Stephen Frears, lo sceneggiatore Peter Morgan ed i produttori Andy Harries e Christine Langan.
Quanto è stato difficile intepretare una regina vivente?
Hellen Mirren: è stato semplicemente spaventoso, in particolare perché è ancora qui. È un progetto destinato a perdere in partenza, perché per quanto tu ti possa impegnare non sarai mai convincente di un decimo di quanto loro siano convincenti. La parte più impegnativa è stata la costruzione della voce in cui Penny Dial mi ha aiutato in modo significativo, oltre naturalmente a Peter Morgan, che aveva fatto un notevole lavoro di ricerca.
Avete problemi legali per questo film?
Andy Harries: Non siamo a conoscenza di problemi legali per il momento. La famiglia legale non ha l'abitudine di citare in giudizio chicchessia, di solito di fronte a prodotti di questo genere si limita a non prendere posizione e a non fare commenti.
Hellen Mirren: inoltre nel nostro paese c'è la libertà di parola, e la famiglia reale è sempre stata molto indulgente nei confronti di chi parla e commenta la loro condotta, a meno naturalmente di non essere diffamatori. Non credo però che il nostro film sia diffamatorio, ma che anzi offra uno spaccato umano e delicato della casa reale, relativo ad un momento molto difficile per una famiglia fuori dall'ordinario.
C'è un rapporto freudiano tra Blair e la regina, il film sembra suggerire che lui veda in lei una figura materna...
Peter Morgan: la regina avrebbe la stessa età della madre di Blair se quest'ultima fosse ancora viva. Non credo che la consideri letteralmente sua madre, ma penso che ogni volta che qualcuno si trovi di fronte ad una persona della stessa età della propria madre, questo tipo di relazione sia inevitabile. Ho la certezza che nel suo rapporto con il primo ministro la regina fosse come una figlia per Churchill, che fosse come una moglie per Winston, Callaghan e Heath e poi come una madre per Blair, dopo aver avuto dieci primi ministri per un periodo così lungo per tutta le generazione del dopoguerra non sarebbe strano ipotizzare che la regina abbia un rapporto familiare con i capi del governo britannico. Ma che Blair la considera sua madre, no, non lo credo proprio.
Helen Mirren: Credo a volte che sia difficile per chi non è britannico capire a fondo quale sia l'impatto che la regina ha sulle nostre vite. Lei è un'immagine costante nella nostra vita in Gran Bretagna. Le persone più anziane se la ricordano da giovane, e chi è più giovane l'ha ben presente com'è adesso. Ma sia per i repubblicani più acesi che per i monarchici la loro posizioni perdono rilevanza dinanzi a questo aspetto specifico: lei c'è sempre stata. È un po' come il divano dei tuoi genitori, che era nuovo quando eri piccolo e lo usavi come un trampolino, poi ci è finito sopra del vino, bruciature di sigaretta, e allora è stato portato dal tappezziere, e la nuova fodera si è nuovamente rovinata con il tempo. Quando alla fine te ne sei dimenticato te lo ritrovi davanti e comprendi che è la cosa più familiare della tua vita, e che lo conosci come il palmo della tua mano. In qualche modo la regina per noi è qualcosa di simile, familiare e allo stesso tempo enigmatica e sconosciuta. Mi ricordo che quando ero piccola e avevo qualche problema mia madre mi diceva "non preoccuparti cara, sono problemi che anche la regina deve affrontare". E mia madre era una repubblicana di ferro, detestava anche solo l'idea di una famiglia reale.
La parola "rivoluzione" viene menzionata alcune volte durante il film. Credi che ci sia stata la possibilità di un cambiamento dal basso, pacifico del sistema di governo inglese?
Helen Mirren: ci sono stati alcuni che hanno creduto che i tempi stessero per cambiare, e forse sarà interessante vedere di qui a cinquant'anni quale sia stato l'effetto di quelle due settimane sull'istituzione monarchica. Ma forse è stata solo una tempesta, e le tempeste passano.
In passato ha realizzato film molto irriverenti. Questo film indica forse un passaggio dalla parte della regina e di Tony Blair come simpatia politica?
Stephen Frears: Mentre realizzavo il film ho compreso il punto di vista di una donna di una certa età che si va a ficcare involontariamente in un grande pasticcio. E ovviamente inizi ad avere simpatia per lei. Il film forse sarebbe stato interessante con un punto di vista di parte, se fosse stato realizzato da un monarchico o da un'estremista di sinista. In realtà ti trovi davanti ad un istituzione che si fa criticare apertamente.
Poi interviene una giornalista australiana che dice di provenire da un paese in cui la regina non è molto amata, e Frears le risponde scherzosamente "si dovrebbe vergognare!" e quando lei chiede al regista come crede che venga accolto il film nelle ex colonie e a cosa stava pensando mentre lo realizzava lui replica "non stavo pensando all'Australia..."
E cosa pensa della regina?
Stephen Frears: ho di fronte la regina da oltre sessant'anni, c'è stata più a lungo di molti dei miei familiari. Non c'è bisogno di scomodare Freud per dire che dopo tutto questo tempo entra nel tuo inconscio. Anche quando imbuchi la lettera c'è un francobollo con l'effigie della regina...
Quali sono state le fonti usate per costruire la sceneggiatura?
Peter Morgan: Abbiamo avuto modo di parlare con molte persone che in quei tristi giorni lavoravano nei vari palazzi (e ora non vi lavorano più). La cosa da tenere a mente, se siete appassionati di complotti alla Macchiavelli, cosa che amiamo tutti, è che ogni palazzo ha il proprio ufficio di pubbliche relazioni, e così Kensington Palace, la corte di Diana ha una versione completamente differente da Buckingam Palace o da Saint James, che è la corte del principe Carlo. Le tre corti in realtà sono violentemente ostili tra loro, per cui non c'è una linea ufficiale della famiglia reale, con un punto di vista unico e sarebbe fuorviante credere una cosa del genere. Quindi sono stato molto attento nella scrittura a rendere conto degli orientamenti delle tre corti.
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