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The Libertine
Il teatro sul grande schermo...
di Andrea D'Addio
Al di là del giudizio che si potrà avere sull'ultimo film dell'ormai divo "maledetto" (almeno per i ruoli interpretati) Johnny Depp, "The libertine" segue senza dubbio una strada sempre più battuta dal cinema: la rappresentazione della storia del teatro sul grande schermo.
Solo nell'ultimo paio d'anni abbiamo conosciuto James Barrie e il suo Peter Pan (Neverland, un sogno per la vita interpretato dallo stesso Depp) mentre è ancora nelle sale "Lady Henderson presenta" con una splendida Judi Dench (candidata infatti all'Oscar) sui primi spettacoli teatrali di nudo nell'Inghilterra della seconda guerra mondiale. Film biografici che cercano di farci arrivare almeno un pizzico di quelle personalità che, innovando quello che un tempo era lo spettacolo per eccellenza (il teatro), hanno modificato usi e costumi di oggi. Seppur i tre film si muovano in generi completamente diversi, tutti tendono ad attribuire ai propri protagonisti personalità eccentriche e fuori dagli schemi. In "The libertine" esordio alla regia per Laurence Dunmore, per anni regista di videoclip e pubblicità, il teatro è senza dubbi al centro delle passioni del nostro Johnny Depp, anche se non troppo viene chiarito (complice un montaggio più volte rivisto per evitare censure) sull'importante ruolo che svolse all'epoca negli ambiti letterari.
Chi era quindi il conte di Rochester?
John Wilmot nacque nel 1647, figlio del primo Conte di Rochester, in un'Inghilterra che si stava risollevando a fatica dall'oscurità del Medio Evo e si stava dirigendo verso una prima e decadente ondata di modernità che colpiva anche i costumi e gli stili di vita. Dimostrando una grande intelligenza sin da piccolo, Wilmot abbandonò la casa paterna a soli 12 anni per proseguire gli studi a Oxford, dove si narra che "venne traviato". Dopo essere diventato un giovanissimo eroe della battaglia navale contro gli Olandesi, la sua fama si diffuse in tutta Europa dove divenne famoso come uomo dalla personalità molto anticonformista: in parole povere, una persona brillante ma pericolosamente blasfema. E anche se le sue poesie esplicitamente a sfondo sessuale e le sue commedie satiriche scioccavano i critici dell'epoca, al tempo stesso fecero di lui un autentico faro nel panorama letterario dell'epoca, ammirato in seguito da Defoe, citato da Tennyson e fonte d'ispirazione per Voltaire. [continua...]
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