25 Settembre 2007 - Conferenza stampa
"Il buio nell'anima"
Intervista al cast.
di Mauro Corso

Presenti Jodie Foster e Terence Howard, il regista Neil Jordan, i produttori Joel Silver e Susan Downey

Ai produttori, come vedete questo film e cosa c'è dietro la sua realizzazione? Qual'era la vostra idea?
Joel Silver: Dopo aver letto il soggetto volevamo analizzare i mutamenti di un sopravvissuto a una violenza. Volevamo che la violenza divenisse tutt'uno con il personaggio fino a fargli perdere ogni tipo di distinzione tra bene e il male. E il finale rispecchia proprio questo: si esce dalla sala chiedendosi cosa sia accaduto.

Neil Jordan, pensa che la paura del terrorismo abbia influenzato lo stile di vita della società occidentale?
Neil Jordan: Penso di sì. Nel film abbiamo cercato ambientazioni di New York che in questo senso fossero specchio di malesseri e che in qualche modo fossero "esistenziali". Abbiamo cercato luoghi "esistenziali". E' un film sulla violenza. Che parla del fascino della violenza e della vendetta. Non volevo effettuare un paragone politico o sociale, ma solo descrivere il cambiamento che viene dettato dall'uso della violenza.

Jodie Foster, a chi si è ispirata per questo personaggio?
Jodie Foster: In realtà a nessuno... Non mi ispiro mai a performance precedenti, o di altri attori... ciò che mi colpì del personaggio però era la profonda trasformazione che questo aveva, e su questo mi sono basata per interpretarlo.

C'è un parallelismo tra il suo personaggio e quello di "Sotto accusa"?
Jodie Foster: No, non mi pare. A parte la rabbia, ma non c'è altro.

Fareste vedere questo film ai vostri figli?
Neil Jordan: I miei lo vedranno giovedì...
Jodie Foster: I miei invece sono troppo piccoli!

Il finale è quanto meno problematico dal punto di vista morale...
Jodie Foster: Il film è senza dubbio complesso. Volevamo che il pubblico si immedesimasse nel personaggio, e fare la sua stessa strada. Il finale è solo il coronamento di questo percorso. Non credo però che il film voglia dare delle risposte. Semmai porre dei problemi.

A Terence Howard: è stato difficile interpretare un uomo legato alla legge in un film come questo?
Terence Howard: Abbiamo due tipi di legge: quella umana, animale, che giustifica la violenza e la vendetta. Poi abbiamo quella scritta, della ragione, che invece perseguita il male in altre forme. Il mio personaggio ha dei punti di orientamento solo in apparenza, ma è molto impulsivo e agisce in un certo senso d'istinto.

C'è un principio regolatore tra bene e male?
Jodie Foster: Questo argomento mi ha sempre affascinato. Ma questo film esplora l'aspetto più basilare della questione. Per questo lo script mi ha interessato così tanto.

La città in cui lei vive è sicura?
Jodie Foster: Io vivo a Los Angeles e, sì, è sicurissima. E in un certo senso anche New York lo è. Lo è davvero forse... ma la paura non c'entra niente con la sicurezza.

Perché il film non è stato presentato a Venezia?
Joel Silver: Non credo che a Venezia abbiano mostrato interesse per questo film.

Come sceglie i film come attrice e produttrice?
Jodie Foster: Mi piace evolvermi e cerco sempre un'evoluzione nei miei personaggi. Ora sto girando un film in Australia: un film su un isola, avventuroso.

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