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10 Febbraio 2006 - Conferenza Stampa
"Syriana"
Intervista a George Clooney protagonista del film.
di Mauro Corso
Come capita sempre nei Festival internazionali del cinema, la presenza del solo George Clooney basta da solo a catalizzare sul film che interpreta l'attenzione di un gran numero di giornalisti, e la ressa in sala stampa è assicurata. Del resto come ripete lo stesso Clooney anche in quest'occasione, se la celebrità può servire ad uno scopo utile, perché non adoperarla?
Sornione e affabulatore consumato, il nostro George scherza con le signore giornaliste, che gli propongono visite turistiche dei rispettivi paesi. "Ve l'avevo detto - dice divertito l'attore statunitense - con questo lavoro si gira il mondo!". A un'altra giornalista che per le proprie lettrici chiede come abbia fatto a dimagrire di 15 chili in tempi così breve Clooney risponde ridendo "Ma naturalmente con droghe pesanti, cocaina... ragazzi provate a casa vostra!".
Si respira un atmosfera leggera nella sala affollata, ma pur scherzando Clooney ed il regista Stephen Gaghan parlano di quello che sta a loro a cuore: della politica del proprio paese.
Sottolineano come la decisione di intraprendere un avventura di questo tipo sia la naturale risposta ad una pesante deriva conservatrice piombata sugli Stati Uniti all'indomani dell'11 settembre, anche nel linguaggio che tende sempre di più a descrivere la realtà in termini di bianco e al nero, di bene e di male. E a questa aspirazione si aggiunge anche il desiderio di comprendere il mondo al di fuori degli USA, con l'auspicio che questo film sia visibile anche nei paesi arabi e che non sia censurato ovunque. Del resto la vita culturale negli Stati Uniti è cambiata molto rispetto al passato.
Tra gli anni '60 e '70 il cinema era molto più politicizzato di adesso, c'era il Vietnam, la rivoluzione sessuale, ed infine lo scandalo Watergate ha dato inizio ad ampie discussioni politiche anche nella quotidianità dei cittadini statunitensi. E questo probabilmente è quanto di buono è scaturito da quella pagina scura. Gaghan poi aggiunge che la sceneggiatura ha richiesto un lavoro immenso, e che vi ha lavorato per due anni, quindici ore al giorno e sette giorni su sette.
L'idea del film, tratta dal libro di Baer, è arrivata con tempismo perfetto proprio nel giorno in cui George W. Bush annunziava che la missione in Iraq poteva considerarsi conclusa con successo. Immaginate, aggiunge un disincantato Gaghan, di andare in una casa di produzione proponendo un film con oltre 200 location, parlato in cinque lingue e avente come argomento la politica estera statunitense... sareste guardati quanto meno con viva sorpresa! Ma poi una conferenza stampa con Matt Damon e George Clooney basterebbe a sciogliere le riserve di qualunque distributore.
Clooney commenta che Stephen gaghan è stato oggetto di forti pressioni durante la lavorazione, e anche le nomination agli Academy Award hanno in qualche modo contribuito a tenere la pellicola sulla carreggiata. Ormai è molto più facile fare sequel che film originali. E su questo interviene sul regista un ammiccante Clooney: "Vacci piano con i sequel" - evidente riferimento ad Ocean 12.
Alla domanda su ulteriori coinvolgimenti politici dell'attore, questi risponde "Mi sto per candidare... ma no, la mia è la politica dell'uomo comune, tutti facciamo politica in continuazione, ciascuno di noi. Del resto, mio padre era un giornalista...".
E ancora sui progetti futuri: "sto preparando un film con Soderbergh, in bianco e nero, ormai se vuoi fare i soldi è così che devi fare... mi ricorda un po' uno scherzo che gira nell'industria dell'intrattenimento: se vuoi fare un milione di dollari, devi investirne due..."
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