09 gennaio 2002 - Conferenza stampa
Silvio Soldini
Intervista al regista di "Brucio nel vento"
di Valeria Chiari
Perché ha modificato il finale del romanzo?
Non me la sono sentita di conservare un finale così punitivo. Soprattutto perché durante la scrittura della sceneggiatura avevamo modificato il personaggio femminile, che si fa via via più forte e tenace fino a prendere in mano le redini della relazione con Tobias e scegliere di stare con lui. In questa ottica il finale tragico non aveva senso. Nel romanzo invece l'azione è mandata avanti esclusivamente dal personaggio maschile e quel tipo di finale era giustificato.
Il film concorre al Festival di Berlino...
Si, e ne sono particolarmente felice. Dopo aver partecipato ai Festival di Cannes e di Venezia, Berlino mi sembra un bel coronamento. Oltretutto mi preme molto vedere in prima persona il riscontro del pubblico a questo film. "Pane e Tulipani" è andato benissimo in Germania lo scorso anno, ha avuto un enorme successo incassando persino più che in Italia. Credo ci sia una certa attesa per questo film.
A proposito di "Pane e Tulipani", perché è tornato a film diciamo più "seri"?
A dire la verità l'idea di "Brucio nel vento" è venuta ancor prima che intraprendessi "Pane e tulipani". Avevo letto il romanzo della Kristof subito dopo l'uscita de "Le acrobate" e insieme a Doriana (Leondef co-sceneggiattrice) abbiamo deciso che sarebbe stato quello il film successivo. Non avevo voglia di aspettare: le co-produzioni internazionali spesso impongono tempi molto lunghi e io sentivo forte la necessità di realizzare qualcosa di più leggero. Così ci siamo "fermati" un pò con "Pane e Tulipani" con l'idea di riprendere il progetto subito dopo.
Che tipo di reazione si aspetta dal pubblico?
Ovviamente non mi aspetto lo stesso successo di "Pane e Tulipani", questo film è più complesso e oggettivamente non può piacere a tutti. Ma se anche arriva alla metà o ad un terzo del successo del suo predecessore, sarò felicissimo.
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