02 Settembre 2009 - Conferenza
"[Rec] 2"
Intervista ai registi.
di Francesco Lomuscio
A due anni dall'acclamato [Rec], i registi Paco Plaza e Jaume Balagueró sono tornati alla Mostra Internazionale d'arte cinematografica di Venezia per proporre il sequel [Rec 2]. Abbiamo colto l'occasione per incontrarli.
Rispetto al primo film, quanto è costato questo sequel?
Paco Plaza: E' costato un po' più del primo, bene o male, però, i due budget sono molto simili.
Jaume Balagueró: Francamente, non so esattamente quale fosse il budget, è cresciuto un po' insieme al film, mi preme dire, però, che desideravamo che lo spirito fosse lo stesso con cui abbiamo concepito il precedente, girato a basso budget.
A livello di regia, come avete fatto le scelte dei nuovi punti di vista con le varie telecamere?
Paco Plaza: Volevamo proporre un'evoluzione nel primo, perché là era come se volessimo rifare un reportage televisivo, qui, invece, abbiamo tentato di mantenere la stessa improvvisazione, con lo spettatore che s'immerge. Quindi, è stato necessario introdurre vari elementi che riguardano diversi personaggi, pur riproponendo la telecamera iniziale.
Cosa pensate di questa corrente di film che, come i due [Rec], "Cloverfield" e "Diary of the dead", sfruttano molto la soggettiva?
Jaume Balagueró: Non ho visto né "Cloverfield", né il film di Romero, però quello che trovo interessante è che ci sia questa coincidenza importante che ci offre la possibilità di riflettere sulla soggettiva. Una riflessione derivata di sicuro dai cambiamenti nel mondo attuale, perché ormai lo spettatore non si limita più a sedersi in sala per guardare il film, ma esige un ruolo, chiede, e, di conseguenza, l'industria reagisce sfruttando nuove forme di rappresentazione visiva.
Rispetto al primo film, qui si avverte una maggiore influenza da parte dell'universo dei videogiochi…
Paco Plaza: Molto, prima di lavorare a [Rec] avevamo pensato che non c'era niente di più noioso di vedere qualcuno che gioca a un videogioco, mentre giocare a un videogioco è divertentissimo. Quindi, il nostro obiettivo era quello di creare un mondo in cui lo spettatore potesse vivere tutto questo, e nel secondo film lo abbiamo approfondito, con tanti riferimenti che poi portano, appunto, ai videogiochi.
Sempre rispetto al primo film, come avete sviluppato la tematica del soprannaturale?
Jaume Balagueró: In realtà, già alla fine del primo film c'erano alcuni elementi legati al Vaticano e ad altro, qui abbiamo voluto approfondire questa tematica dei demoni e dei legami con la Chiesa.
Il primo [Rec] era un'evidente critica alla tv, qui sembra che abbiate voluto alzare il tiro anche verso la polizia e la Chiesa…
Jaume Balagueró: In verità, noi non volevamo assolutamente fare critiche, volevamo solo fare una riflessione su come la televisione è capace di modificare la realtà e la abbiamo portata avanti in questo secondo film. Ma si tratta solo di una riflessione, non vogliamo criticare né la polizia, né la Chiesa, anche perché la Chiesa non è un elemento negativo all'interno di questo film.
Come avete lavorato per gli effetti speciali?
Paco Plaza: Diciamo che qui ci sono molti più effetti speciali del primo film, ma, come in quel caso, non abbiamo mai pianificato nulla a priori. Doveva essere tutto molto naturale, non si doveva notare che si trattasse di effetti appositamente inseriti.
Jaume Balagueró: Poi, c'è poco digitale, lo abbiamo usato solo per fare delle aggiunte atte a rinforzare gli effetti meccanici e di trucco.
Ci sarà anche un [Rec 3]?
Paco Plaza: Può darsi, ma sarà probabilmente qualcun altro a dirigerlo.
Jaume Balagueró: Entrambi vogliamo tornare a lavorare da soli, è stata una bellissima esperienza, ma speriamo entrambi che questo film segni la fine del percorso affrontato insieme.
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