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24 Maggio 2005 - Conferenza stampa
"Quo Vadis, Baby?"
Presenti il regista Gabriele Salvatore, gli attori, l'autrice del libro e il produttore Maurizio Totti.
di Mauro Corso
Alla conferenza stampa dell'ultima fatica di Gabriele Salvatores è presente quasi tutto il cast, ma è il regista a farla da padrone anche per il grande interesse nei suoi confronti da parte dei giornalisti presenti in sala. Questo purtroppo lascia poco spazio agli attori presenti in sala. Il film uscirà in Italia il 27 maggio con 250 copie.
Salvatores in primo luogo rende omaggio agli attori e alla troupe sottolineando, al di là di ogni luogo comune, come il film non sia del regista proprio a causa della sua dimensione collettiva.
Nel film la colonna sonora ha una particolare importanza, non solo nelle musiche di Ezio Bosso e nella doppia versione di un famoso brano della Premiata Forneria Marconi, ma anche nella traccia sonora noir. Quindi è stata posta molta attenzione a questo aspetto?
Gabriele Salvatores: La musica è importante proprio in quanto non si tratta di un cameriere che serve il film, ma di uno sguardo in più da parte di chi lo ha realizzato. Ho lavorato con Bosso in questo senso già da Io non ho paura. Abbiamo cercato di lavorare in una dimensione contenuta e abbiamo avuto la possibilità di lavorare a New York con i musicisti di Philip Glass. Quest'ultima cosa è costata molto meno di quanto sarebbe costata in Italia, un altro degli effetti dell'euro. Poi sono stati molto importanti gli effetti sonori. Del resto Sergio Leone è stato un maestro per tutti ed in Italia abbiamo una grande tradizione di mixatori. Mi piace ricordare in particolare Riccardo Moroni.
Questo è il primo film che realizzi con due protagonisti femminili.
Gabriele Salvatores: Devo tutto a Grazia (Grazia Verasani, l'autrice del romanzo) che si è inventata un personaggio come Giorgia. Giorgia non è certo Marlowe, ma è una post-punk, una donna politicamente scorretta: ha quarant'anni, è sola e senza figli e si sceglie da sé i propri partner. Fuma, beve e non è una ventenne con la vita davanti a sé. Questo tipo di donna è l'unica che conosco perché è la mia compagna di vita, purtroppo! L'altra donna è Ada, ha la visione di un cinema puro che vuole difendere a tutti i costi, ma questa non è una cosa possibile. Del resto questo è un sogno difficile da realizzare per tutte le ragazze come Claudia Zanella, soprattutto in Italia.
Si tratta di una grande responsabilità. È il primo film del cinema italiano ad uscire in estate.
Maurizio Totti (Produttore): L'Italia è l'unico paese europeo in cui il cinema chiude per ferie. Ma adesso con i Multiplex come punto di ritrovo le cose stanno cambiando. Un ministro aveva suggerito agli anziani di andare nei supermercati quando fa troppo caldo d'estate. Perché non potrebbe essere il cinema? E poi ormai le città non si svuotano più. Però se non diamo al mercato i prodotti è come un gatto che si morde la coda.
Ha detto di voler mettere lo spettatore al posto del detective in questo film, ma si tratta di un meccanismo comune ai gialli, il voler dare gradualmente gli elementi in modo che lo spettatore possa metterli insieme. Questo inoltre sembra un film più "facile" rispetto a Io non ho paura, è davvero così?
Gabriele Salvatores: Io non ho paura è un romanzo già all'inizio con una forte impronta cinematografica, e non è stato troppo complicato adattare il lavoro di Ammaniti. Quo Vadis Baby? era un lavoro più complicato, la narrazione se non sbaglio si basava su una sorta di flusso di coscienza. Per quanto riguarda gli spettatori, ho voluti cercare di metterli in una posizione attiva. Al momento c'è un abbassamento del livello di pensiero e di gusto, conseguente ad un omologazione dei prodotti in senso seriale. Una ragione c'è ma non la dico. Volevamo mettere il pubblico non posizione passiva ma attiva. L'ultimo tassello della vicenda viene dato solo al pubblico, non ai personaggi.
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