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23 Ottobre 2008 - Conferenza stampa
"L'uomo che ama"
Intervista alla regista e al cast.
di Francesco Lomuscio
Affiancata dal cast e dalla compositrice della colonna sonora Carmen Consoli, la regista Maria Sole Tognazzi ha incontrato la stampa presso la terza edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, dove ha presentato la sua opera seconda "L'uomo che ama".
Questa storia d'amore presenta la particolarità di raccontare l'uomo che piange...
Maria Sole Tognazzi: Questo film è nato da un sentimento profondo mio e del co-sceneggiatore Ivan Cotroneo di raccontare un uomo che soffre, perché penso che un uomo soffra anche se tende a farlo vedere meno della donna.
Quindi gli uomini soffrono, ma al cinema ciò non viene mostrato, perché?
Pierfrancesco Favino: Ora non generalizziamo, non è vero che al cinema film del genere non si siano mai visti, credo che ciò sia una cosa in realtà già esistente da tempo; diciamo che è difficile che un uomo venga a raccontare ad una donna i suoi fallimenti d'amore, in genere lo fa con un amico, ma penso che la stessa cosa valga per le donne. Poi, è chiaro che ciò s'impianta in un sistema sociale machista e maschilista, ma anche Marlon Brando quando si affaccia alla finestra ne "L'ultimo tango a Parigi" sta malissimo.
E ti ritrovi in quest'uomo?
Pierfrancesco Favino: A me è capitato, ma penso sia capitato anche a molti altri uomini, solo che, appunto, non lo raccontano; poi, attraverso tutte le persone con cui hai a che fare scopri che l'unico modo per affrontare il dolore della fine di una storia è aspettare che passi, perché si tratta di un sentimento molto più grande di te.
Per quanto riguarda invece le donne raccontate nel film?
Monica Bellucci: Maria Sole racconta due donne che rappresentano un po' la quotidianità odierna, in quanto, se prima miravano a sposarsi, oggi desiderano essere più indipendenti e decidere quando avere figli, ma hanno sempre bisogno dell'uomo, perché, come dico sempre, gli uomini sono l'altra metà del cielo.
Kseniya Rappoport: Secondo me, però, il mio personaggio di Sara non è che insieme a Roberto si trovasse male, anzi, stavano benissimo, solo che con il tempo ha capito di non amarlo tanto quanto lui amava lei, quindi rimanendovi legata lo avrebbe fatto soffrire ancora di più. Però anche la persona che ti lascia soffre tantissimo.
Monica, ti è successo di portarti a casa i personaggi?
Monica Bellucci: No, io non mi porto mai a casa i personaggi, li lascio sul set; mi sono serviti sicuramente per migliorarmi, perché in fondo fare l'attore è come andare a cavallo, non s'impara mai, in genere, però, sono sempre catapultata in avanti su quello che farò.
Come avete lavorato con Carmen Consoli per la colonna sonora?
Maria Sole Tognazzi: La collaborazione con Carmen è stata una delle cose che mi hanno emozionato di più, perché io stavo scrivendo il film e gli dissi che poteva essere l'occasione per lavorare insieme; lei ha composto la colonna sonora mentre scrivevo la sceneggiatura, al trucco, infatti, gli attori già potevano ascoltarla.
Carmen Consoli: Questa è la prima colonna sonora che compongo, Sole mi parlò di quest'idea dell'uomo che soffre e cominciammo a lavorare cercando di creare una musica che bussasse, oltre le parole. Adesso sono una donna che ama l'uomo che ama (ride).
Quanto il montaggio e la fotografia fanno parte del suo stile?
Maria Sole Tognazzi: Rispetto al lavoro fatto con il montatore Walter Fasano ed il direttore della fotografia Arnaldo Catinari c'è stata una collaborazione totale, volevo un film intimo che riprendesse in maniera realistica i sentimenti.
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