L’ultima casa a sinistra: Limited edition 2 blu-ray

L’ultima casa a sinistra: Limited edition 2 blu-ray

… e Wes Craven teorizzò il rape & revenge


di Francesco Lomuscio24 Marzo 202012:06



Dopo aver reso disponibile in una limited edition mediabook “La casa nera” di Wes Craven, Koch Media provvede a lanciare all’interno della sua sempre più preziosa collana Midnight Classics anche la pellicola che ha segnato nel 1972 il debutto dietro la macchina da presa per il compianto maestro dell’horror originario di Cleveland: “L’ultima casa a sinistra”.
L’ottima occasione per poter riscoprire il più controverso lavoro del futuro autore di “Nightmare – Dal profondo della notte” e “Scream” tramite un cofanetto contenente non solo due blu-ray, ma anche una card da collezione e un interessante blooklet.

Disco 1
Il primo dei due dischi contiene la versione più completa (della durata di un’ora e ventiquattro minuti circa) del film, inizialmente pensato da Craven con i titoli “The sex crime of the century” e “Night of vengeance” come libero adattamento de “La fontana della vergine” di Ingmar Bergman.
Del resto, la vicenda delle due adolescenti Mary e Phyllis che, interpretate da Sandra Peabody e Lucy Grantham, s’imbattono nel bosco in un quartetto di pericolosi ricercati che non esitano a torturarle a morte, rivela non poche similitudini con il pluripremiato capolavoro diretto dodici anni prima dal regista svedese.
Soprattutto dal momento in cui i quattro, Krug, Fred, Sadie e Junior, ovvero il David Hess che compose la popolare hit “Speedy Gonzales”, il Fred Lincoln prolifico realizzatore di porno, Jeramie Rain e Marc Sheffler, una volta sbarazzatisi delle ragazze finiscono inconsapevolmente in casa della prima delle due, figlia di un medico.
Ma, a differenza del lungometraggio del 1960, “L’ultima casa a sinistra” non parte affatto da ambizioni autoriali, bensì si propone di offrire agli spettatori d’inizio anni Settanta immagini violente in tutta la loro crudezza, puntando l’obiettivo della macchina da presa proprio dove, fino ad allora, di solito si ricorreva a stacchi utili ad occultare i dettagli espliciti.
Infatti, sebbene nel 1968 il grande George A. Romero avesse già svezzato il pubblico investendolo di cannibalismo e interiora attraverso il suo esordio in bianco e nero “La notte dei morti viventi”, l’altrettanto grande Wes non solo alza il tiro immortalando a colori la cruda vicenda in questione, ma, probabilmente complice l’influenza dovuta alla guerra del Vietnam in pieno svolgimento, ricorre ad un contesto realistico, del tutto privo di zombi e creature soprannaturali e perfino anticipatore del successivo “Non aprite quella porta” di Tobe Hooper.
E, sfruttando una struttura narrativa semplice ma vincente che vuole l’eliminazione delle due giovani – con tanto di sanguinolento e per l’epoca decisamente impressionante svisceramento – e la successiva vendetta estrema attuata dal già citato medico insieme alla moglie, incarnati da Richard Towers e Cynthia Carr, teorizza e introduce gli stilemi del rape & revenge, generando imitazioni spazianti da “Non violentate Jennifer” di Meir Zarchi a “Revenge” di Coralie Fargeat.




Disco 2
Una scena eliminata, spot radiofonico e televisivo, due gallerie fotografiche, altrettanti trailer, circa un quarto d’ora di intervista a Craven, tredici minuti di conversazione con la truccatrice Anne Paul, quasi quattordici con Sheffler e un un questions & answers cui quest’ultimo ha preso parte in tempi recenti durante una delle tante proiezioni celebrative de “L’ultima casa a sinistra”, inoltre, completano il primo blu-ray nella sezione extra. Perché, ovviamente, non sono certo i contenuti speciali a risultare assenti in questo accattivante oggetto da collezione, che ce ne offre oltre due ore grazie anche al materiale che occupa il secondo disco in alta definizione.
Disco al cui interno è possibile trovare otto minuti dei cosiddetti “filmati proibiti” che non pochi problemi diedero alla circolazione del lungometraggio, ventinove di making of, quattordici di dietro le quinte e giornalieri privi di audio, in quanto andato perduto, e sedici di speciale durante il quale, tra gli altri, il qui produttore Sean S. Cunningham (che nel 1980 si sarebbe occupato della regia del primo “Venerdì 13”), il Peter Locke che avrebbe finanziato “Le colline hanno gli occhi”, la Carly Feingold co-produttrice di “Scream 4”, il Mark Irwin direttore della fotografia di “Vampiro a Brooklyn”, la Amanda Wyss che fu Tina in “Nightmare – Dal profondo della notte” e il Charles Bernstein che compose la colonna sonora del medesimo capolavoro della Settima arte di paura esprimono le proprie opinioni a proposito del talento di colui che ci ha regalato poi gli zombie movie “Il serpente e l’arcobaleno” e “Dovevi essere morta”.
Senza contare “Krug and company”, della durata di un’ora e ventitré minuti circa: nient’altro che una versione de “L’ultima casa a sinistra” più morigerata nelle sue parti maggiormente efferate, nonché dispensatrice di riprese e tagli alternativi.
Quindi, non serve aggiungere altro per elogiare il lodevole lavoro di riscoperta svolto dal team di Midnight Factory nei confronti di uno dei titoli più chiacchierati e censurati della storia dell’orrore in fotogrammi, provvisto anche di parentesi di taglio ironico rappresentate da un’accoppiata di imbranati sceriffo e vice dalle fattezze di Marshall Anker e del Martin Kove divenuto noto negli anni Ottanta grazie alla saga “Karate kid”.

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