29 Aprile 2010 - Conferenza
"Le ultime 56 ore"
Intervista al regista e al cast.
di Francesco Lomuscio

In occasione dell'uscita di "Le ultime 56 ore", il regista Claudio Fragasso, affiancato dalla sceneggiatrice Rossella Drudi, il produttore Carlo Bernabei e il cast, ha incontrato a Roma la stampa.

Come è nato questo progetto?
Claudio Fragasso: Ovviamente, io ho sempre giocato sui generi e cerco di fare un tipo di cinema che in Italia non si fa più, oppure si fa poco o si fa solo in televisione. Questo film credo che rappresenti il connubio tra il cinema di genere e quello di contenuto.
Rossella Drudi: L'idea era nella mia testa da dieci anni, ma non è stato facile trovare poi la via d'uscita. La storia riguardante gli effetti negativi dell'uranio impoverito l'ho seguita da vicino e mi ha talmente colpita che ho voluto farne un film. Alla fine, questo è un thriller che affronta argomenti legati al sociale, rappresentando il proseguimento di un percorso da noi iniziato anni fa con "Teste rasate" al fine di trovare un nuovo modo per rapportarci con il pubblico. Per il personaggio interpretato da Barbora Bobulova mi sono ispirata alla dottoressa Gatti, mentre per i militari ho preso spunto da soldati veri.

Come mai proprio il numero 56, che torna più volte nel corso del film?
Claudio Fragasso: All'inizio del film, quando il capitano è in coma e viene chiesto quanto tempo di vita gli rimane, la risposta è "56 ore". Da lì, abbiamo continuato a giocare con il numero, infatti c'è anche una scena con l'autobus 56.

Come ha lavorato Gianmarco Tognazzi al suo personaggio?
Gianmarco Tognazzi: Ho cercato come sempre di vedere le differenze caratteriali e di cercare di darmi una disciplina. Questo personaggio ha una grossa proprietà: quello che è non è quello che sembra, lo si capisce solo alla fine. Sono orgoglioso di aver preso parte a questo film.

Lo hanno visto le forze dell'ordine?
Carlo Bernabei: Siamo stati appoggiati sia dal Ministero della Difesa che dal Ministero degli Interni, quindi è stato come costruire un prodotto insieme alle nostre istituzioni. Lo hanno visto e abbiamo anche ricevuto i complimenti per il modo in cui sono stati trattati gli argomenti.
Gianmarco Tognazzi: Comunque, io credo che questo film abbia anche una componente sentimentale e familiare molto forte.
Luca Lionello: Io credo che non esista un cinema di genere, ma un genere cinema, poi i gusti del pubblico. Io e Gianmarco, nel film, rappresentiamo entrambi lo Stato, quindi siamo lo Stato contro lo Stato.

Durante la preparazione del film, quali sono stati i vostri riferimenti cinematografici? In più di una scena sembra di vedere citazioni da Michael Bay…
Claudio Fragasso: E' Michael Bay che ha preso da me, io ho iniziato a fare i film in America che lui era ancora un ragazzino (ride). No, scherzo, ci sono diverse citazioni, da quella iniziale da "Full metal jacket" a tutto un cinema d'assedio, da "John Q." a Spike Lee, fino a "Quel pomeriggio di un giorno da cani". Poi, certo, c'è anche "The rock", ma la scena dell'inseguimento con l'autobus è in realtà un mio atto d'amore nei confronti del nostro vecchio cinema di genere italiano.

Tra l'altro, c'era una scena simile in "Roma violenta"…
Claudio Fragasso: Sì, esatto. Comunque, uno dei nostri prossimi film sarà incentrato sui poliziotti italiani contro i marines.

Cosa può dirci il resto del cast?
Simona Borioni: Io spesso mi rifaccio a personaggi reali, ma, fortunatamente, in questo caso non mi è capitato di vivere personalmente la situazione. Non l'ho preparato molto questo personaggio, me lo sognavo la notte e cercavo di rifarlo, ma senza avere un riferimento nella realtà.
Barbora Bobulova: Io mi sono trovata molto bene e mi è piaciuto molto collaborare. Rossella mi ha aiutata più sui dialoghi, mentre Claudio sui movimenti.
Francesco Venditti: Lavorare con Claudio e Rossella è un'esperienza, sono molto contento di aver lavorato con loro, perché fanno un cinema diverso, coraggioso e che rispetta la sua personalità.
Primo Reggiani: Io voglio solo aggiungere che, durante le settimane di ripresa, mi sono realmente sentito sotto colonnello e militari.
Nicole Murgia: Vorrei solo dire che, alla mia giovane età, ho avuto la possibilità di lavorare con attori così importanti in un'esperienza che mi ha fatta crescere.
Maurizio Merli: Io dedico questo film a mio padre (l'attore è il figlio del compianto Maurizio Merli, icona del nostro filone poliziottesco, nda) e ringrazio Claudio per aver fatto questo film, perché è l'unico regista che in Italia ha il coraggio di affrontare questo genere.

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