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24 Ottobre 2007 - Conferenza stampa
"La Terza Madre"
Intervista al cast.
di Diego Altobelli
Presenti Dario e Asia Argento
Ci parli del rapporto del film con la violenza. C'è un richiamo al vivere dell'oggi quotidiano, agli orrori che viviamo quotidianamente.
Dario Argento: A dire il vero l'aspetto sociologico non l'avevo preso in considerazione. Io volevo raccontare una storia, quella di un delirio che si scatena in tutta la città. A Roma. Dopo, molte persone mi hanno fatto presente che la storia poteva essere letta anche in questa chiave. Comunque non è stato intenzionale, è un film che nasce dal mio subconscio.
Cosa pensa del cinema italiano oggi e del genere horror?
Dario Argento: Il genere horror è la mia vocazione indubbiamente. Lo è sempre stata. Io non so, credo che il problema del cinema italiano risiede nella televisione. Quando stavo in America mi chiesero come mai in Italia ci ostinavamo a non prendere persone del cinema, registi, per fare fiction. C'abbiamo "Guerra e pace", mentre lì hanno "Lost" e altre produzioni di successo. A noi ci vedono fare questi "pallocconi"! (ride) E' pazzesco…
Come è stato tornare a dirigere sua figlia?
Dario Argento: Siamo molto cambiati molto in questi dieci anni. Asia è divenuta più consapevole, ha anche diretto due film… è una regista! Fortunatamente abbiamo ritrovato la giusta sintonia.
Ha fatto studi particolari sul Satanismo?
Dario Argento: Sì. Ho studiato tutto ciò che riguardava il satanismo per molti mesi. L'ho fatto un po' disordinatamente, ma ho letto davvero un mucchio di cose!
Nella sua regia c'è un richiamo a una metodologia di tipo americano?
Dario Argento: Probabilmente "Master of horror" è stata l'esperienza americana che più mi ha influenzato. Paradossalmente però, quando lo feci gli altri registi mi dissero che avevo uno stile molto diverso dal loro!
E' diminuita l'importanza per l'uso delle scenografie?
Dario Argento: In realtà non lo so. In passato non c'erano effetti speciali, quindi eravamo costretti a improvvisare, anche con metodi maldestri. Ora, forse, sono divenuto più essenziale.
Rispetto al passato, si sente più libero ora?
Dario Argento: Credo di sì, dopo "Master of horror" sono divenuto più libero. Fu quel progetto che mi fece scoprire la voglia di distaccarmi da tutti gli schematismi.
Asia Argento, crede che il film possa avere anche una identità melodrammatica?
Asia Argento: Credo di sì. Il mio è un personaggio abbastanza difficile perché scopre poco a poco verità sulle proprie origine complesse. Io ho chiesto di avere mia madre sul set, ed è stato bello rivedere i miei genitori, che si sono separati quando avevo 9 anni, di nuovo insieme, anche se per poco.
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