28 Ottobre 2010 - Conferenza
"Last Night"
Intervista alla regista e al cast.
di Federica Di Bartolo

La quinta edizione del festival Internazionale del Cinema di Roma si apre con "Last Night" scritto e diretto da Massy Tadjedin. Alla conferenza stampa di presentazione erano presenti la regista e tre dei quattro interpreti principali Keira Knightley, Eva Mendes e Guillaume Canet.

In questo film il marito tradisce, mentre la moglie non lo fa, almeno a livello fisico. Con questa scelta di sceneggiatura ha voluto rimarcare le differenze intercorrenti tra uomo e donna?
Massy Tadjedin: Sì, ma tutto dipende dalla definizione di "infedeltà", il protagonista maschile in effetti sembra che passi il limite della famosa linea di demarcazione, mentre lei vive con il marito ed ama anche un altro. Ho voluto lasciare al pubblico la possibilità di decidere se anche quello di lei può essere considerato un tradimento.

Si parla di seduzione, di tradimento, di infedeltà, qual è secondo Keira Knightley il campanello d'allarme che può farci capire che il nostro uomo ci sta tradendo? Avete mai avuto a che fare nella vita con questo tipo di meccanismi?
Keira Knightley: Certamente, possiamo riconoscere dei segnali che ci possono far capire o intuire qualcosa, certamente ognuno di noi arrivato ad una certa età si rende conto di essersi confrontato nella vita con una delle situazioni in cui si ritrovano i personaggi di questa storia. Se poi volete che vi dica come si fa a capire certe cose, posso dirvi che non lo so.

Siamo abituati a vedere Eva Mendes nei panni della "femme fatale", qui invece è diversa anche se sempre seducente. Ha mai realmente pensato ad un ruolo comico e brillante?
Eva Mendes: In realtà ho appena finito le riprese di una commedia, ma tornando a questo film devo dire che il mio personaggio non è esattamente così, in verità è stata di molto ridotto l'elemento sensuale nel personaggio, infatti quando compare per la prima volta indossa un abito abbastanza castigato, ha i capelli raccolti, non si vede la scollatura. L'intento di Massy era quello di non voler sminuire la storia banalizzandola con elementi già visti mille altre volte, né si voleva sminuire il personaggio maschile di Sam Worthington e trasformarlo nel solito marito fedifrago che si fa attirare dalle sole grazie di una bellissima donna. L'unica cosa che volevamo evitare era far diventare il personaggio di Laura un tipetto sexy di quelle tipiche ammaliatrici "da ufficio". Speriamo di esserci riusciti.

L'incipit del film e alcuni snodi narrativi ricordano "Eyes Wide Shut"di Stanley Kubrick, sono rimandi visivi e citazioni volontarie?
Massy Tadjedin: Il capolavoro di Kubrick è senza dubbio uno dei miei film preferiti, sono una grande fan del mitico regista ma la mia non è stata una scelta cosciente. Ora che ci penso effettivamente i due film iniziano quasi allo stesso modo, con i due coniugi che si preparano per andare ad una festa tra amici, ma è in contesto ad essere diverso perchè lì c'è un figlio di mezzo, una bambina, ma nonostante questo il parallelo in effetti potrebbe essere calzante. Vi assicuro che non c'è nulla di intenzionale. Quel che viene mostrato nella sequenza d'apertura è l'aspetto familiare, o almeno era quella l'intenzione, in quel momento in cui i due si preparano per la festa c'è l'essenza del rapporto tra i due, c'è tutto il loro matrimonio, si descrivono agi e disagi della loro convivenza i comportamenti nei diversi angoli della casa mostrano che è una coppia che sta insieme da tempo e che si conoscono a fondo, conoscono le reciproche abitudini. Il mio era un tentativo di descrivere in quei minuti iniziali una quotidianità che introduce lo spettatore e i protagonisti stessi nel clima notturno di quella che si rivelerà essere la notte che cambierà forse per sempre o forse no le carte in tavola.

Com'è stato lavorare con Sam Worthington?
Keira Knightley: L'ho visto per la prima volta lavorare in "Somersault" e poi in "Terminator Salvation", all'epoca "Avatar" non era ancora uscito. E' un tipo molto diretto, mi piace molto come lavora, usa molta improvvisazione ed è un attore straordinario.
Eva Mendes: Sam è un attore incredibile, non era ancora uscito "Avatar" quando l'ho visto in "Somersault" ed ho sempre pensato che dovesse avere la sua occasione in un grande film e poi finalmente è arrivato "Avatar". Quel che racconta questo film è la lotta di un uomo che cerca di fare la cosa giusta, che fa fatica, era impossibile non provare empatia nei suoi confronti, veniva naturale sentirsi sulla stessa sua lunghezza d'onda.

E' più grave tradire con il corpo o portarsi per sempre dentro un segreto di un tradimento non consumato radicato nel profondo del cuore?
Guillaume Canet: Se si potesse fare a meno di un tradimento, che sia esso fisico o mentale, sarebbe meglio. Certo che se ci troviamo in una situazione in cui non si ha scelta allora tutto cambia, è sicuramente peggio a mio avviso provare dei sentimenti per qualcun altro che tradire semplicemente, stare in coppia e continuare a pensare ad un'altra persona a lungo andare ti distrugge psicologicamente. Non che il tradimento fisico conti meno, ma sarebbe meno doloroso da accettare per me. La verità è che non sono capace di mentire, quindi in un caso o nell'altro per me sarebbe la fine di tutto, chiuderei la mia storia d'amore comunque.
Keira Knightley: Ne abbiamo parlato moltissimo tra noi prima di iniziare le riprese, dipende da tanti fattori tutto questo, dipende dal momento e dalle persone che sono coinvolte, in certi momenti anche io cambio idea, a volte propendo per una cosa e cinque minuti dopo per l'altra, magari riflettendoci dieci minuti in più. Tutto questo è bello proprio perchè provoca una discussione.
Eva Mendes: Dipende molto dalla situazione effettivamente, una scelta tra bianco e nero è poco intelligente in questi casi, dipende dal passato o dal futuro di chi è coinvolto, dipende dalle relazioni che si instaurano nel corso della vita, dall'età e dalle esperienze nonchè dalla situazione, non ci sono mai due storie uguali.

Nella maggior parte del tempo nel film in una singola scena si focalizza la camera da presa sui volti degli attori protagonisti, primi piani, espressioni e sguardi, si capisce tutto dai loro occhi e dai piccoli particolari. Come ha lavorato in tal senso con gli attori e perchè ha deciso di ambientarla a New York?
Massy Tadjedin: Abbiamo fatto tantissime prove, ho scelto di usare molti primi piani, tutto è stato studiato, anche quella scena sul divano, abbiamo fatto attenzione a come i due si appoggiano, a come mettono le mani, a come si guardano, gli attori lavorano in questo film con tutto il loro corpo. Era importante girare così per catturare il più possibile i piccoli particolari, prima il campo lungo poi sui primi piani, inizialmente avevamo scelto Los Angeles, poi abbiamo optato per New York, perchè tutti gli attori provenivano da posti diversi del mondo ed era una location credibile quando si mette insieme un cast così multietnico in una storia d'amore, la Grande Mela è enormemente romantica per quanto sia una metropoli. E' francamente impossibile girare l'angolo e sbattere addosso a qualcuno che conosci mentre alla nostra protagonista, interpretata da Keira, la città offre un cambiamento di vita proprio per le vie di Manhattan.

Cinque anni fa lei ha scritto un thriller psicologico interpretato da Keira insieme ad "Adrien Brody", ha deciso di sceglierla come protagonista perchè aveva voglia di tornare a lavorare con lei? Perchè ha voluto e scelto questi attori?
Massy Tadjedin: Ci siamo conosciute all'epoca di "The Jacket" e adoravo l'idea di tornare a lavorare da regista con qualcuno che fosse anche per me una cara amica, mi ha dato una grande sicurezza, quando ho scritto questa storia lei era troppo giovane per interpretare il ruolo che le avevo dato e non aveva alcuna intenzione di lavorarci ma quando ho portato il copione da lei qualche tempo dopo non aveva intenzione di lavorarci ma poi si è convinta. Successivamente abbiamo iniziato il casting che era una cosa essenziale. C'era grande intimità, si trattava di una storia di condivisione e di tentazioni, i protagonisti dovevano essere delle persone che avrebbero fatto prendere alle loro vite due strade diverse, c'era bisogno di un tipo di femminilità diverso tra le due protagoniste, e poi Sam avrebbe potuto fare qualsiasi delle quattro parti e Guillame l'avevo conosciuto a Los Angeles per un altro film e mi è rimasto impresso.

Qual è l'elemento di questa sceneggiatura che più vi ha affascinato e convinto a partecipare al film?
Keira Knightley: Mi sono letteralmente innamorata di questo copione, è un film che non affronta queste tematiche con un approccio moralistico, non c'è un buono e un cattivo, qui no, il pubblico decide chi è buono o cattivo, è il pubblico che guarda la storia con gli occhi e con sulle spalle il bagaglio della propria esperienza. Massy un giorno di qualche anno fa mi disse: "lo farai!", ed è andata così alla fine. Era nel mio destino.
Eva Mendes: I personaggi sono costruiti benissimo, quando ho conosciuto Massy non mi sembrava vero di aver incontrato una donna così intelligente e bella, non potevo non innamorarmi di questa storia, avevo finalmente trovato una donna più chiacchierona ed estroversa più di me, avevo tanta voglia di lavorare con Keira, anche se abbiamo una sola scena insieme, a mio avviso è l'attrice migliore della sua generazione.
Guillaume Canet: In primo luogo tutta la situazione accade in un modo così sottile e realistico che mi ha davvero entusiasmato. Si parlava di adulterio in modo efficace ed elegante, il film a mio avviso era scritto veramente bene. Di solito da francese mi vengono assegnati dei ruoli un po' superficiali ma stavolta forse per la prima volta nonostante l'accento non ho fatto il cattivo o lo stupido ma tutt'altro. Il mio personaggio, Alex, è un uomo molto sensibile, oggi viviamo in un mondo in la donna ha assunto una posizione nuova all'interno della coppia, ha raggiunto un'emancipazione diversa, la maggior parte degli uomini sono diventati più sensibili ed hanno imparato ad esprimere di più le loro emozioni, accettano le proprie debolezze, per questo ho pensato che fosse commovente recitare in un ruolo di questo calibro. Alla fine è lei, la moglie, che instilla nella mente del marito la goccia del sospetto, continua a dirgli "tu, mi tradirai, lei ti piace", alla fine dei conti è lei che fa scattare in lui la consapevolezza ci quel che accade, la famosa molla. A mio avviso è questa una delle chiavi di lettura del film.

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