04 Settembre 2010 - Conferenza
"La passione"
Intervista al regista e al cast.
di Ffrancesco Lomuscio

Affiancato dal cast, il regista padovano Carlo Mazzacurati è approdato presso la sessantasettesima Mostra d'arte cinematografica di Venezia, dove ha presentato "La passione", sua ultima fatica registica interpretata da Silvio Orlando, Giuseppe Battiston e Cristiana Capotondi.

Come nasce questo film?
Carlo Mazzacurati: Il racconto è nato da un'esperienza personale, perché anche io, come i personaggi della pellicola, sono stato coinvolto nella regia di una Sacra Rappresentazione; però, ho cominciato seriamente a pensare alla possibilità di farne un film solo quando un mio amico me lo ha suggerito. E' un film che parla della paura di tutti gli artisti, del blocco creativo che a volte ci colpisce.

E dal punto di vista dell'attore, Silvio Orlando può raccontarci questa crisi creativa?
Silvio Orlando: E' vero che in un lavoro come il nostro tendiamo a confondere i piani, ma l'attore, quando arriva sul set, si è già lasciato alle spalle tutti i problemi, superando il blocco creativo. La vita privata diventa pubblica, se il tuo film ha incassato nel week-end, anche tua sorella ti guarda in modo diverso, se è andato male, invece, senti di aver perso il tuo posto nel mondo e arriva il giorno in cui ti tolgono le chiavi di casa.
Carlo Mazzacurati: Io penso ai giovani che oggi si avvicinano a questo mestiere e devo dire che è sempre più difficile, perché è complicato capire che cosa vuole il pubblico. Spesso la libertà e il coraggio sono fondamentali, ma non sufficienti, perché prevalgono gli obiettivi economici.

E cosa si prova a tornare a Venezia dopo la Coppa Volpi?
Silvio Orlando: Quest'anno il mio obiettivo è quello di non doverla riconsegnare (ride).

Quanto è difficile ridere e far ridere oggi in Italia?
Carlo Mazzacurati: La situazione italiana odierna è talmente complicata che è molto più facile far piangere che far ridere. Nella nostra trama, il sottotesto italiano è entrato per caso, non lo abbiamo pianificato a priori, ma abbiamo cercato di raccontare una vicenda con sincerità.

Perché creare un'unione tra sacro e profano?
Carlo Mazzacurati: La Sacra Rappresentazione è uno dei momenti più alti della cultura italiana e mi piaceva l'idea di far precipitare un gruppo di personaggi inconsapevoli in una situazione di bellezza estrema. E la storia è proprio quella di un uomo che, persa l'ispirazione, la ritrova attraverso questa catarsi.

Cristiana Capotondi si è ispirata a qualcuno per dare vita al proprio personaggio?
Cristiana Capotondi: Davanti a quello di Silvio Orlando, il mio personaggio tira fuori le unghie. E' stata una bella sfida, sul set provavo pietà per il personaggio di Silvio Orlando e mi sentivo profondamente cattiva, però non mi sono ispirata a nessuno, mi sono rifatta al modo in cui questo mondo viene visto dall'esterno.

Giuseppe Battiston cosa può dirci del suo personaggio?
Giuseppe Battiston: Io non ho ancora visto il film, ma, rispetto ad altri, ho il vantaggio di averlo fatto, perciò qualcosa la posso dire. Il bello del mio personaggio è nella rappresentazione del terrore precedente ogni atto creativo, che condivido perchè io ho una grande paura del pubblico e portare queste sensazioni nel personaggio di Ramiro per me è stato quasi catartico.

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