08 Gennaio 2008 - Conferenza stampa
"L'allenatore nel pallone 2"
Intervista al regista e al cast.
di Andrea D'Addio

A Roma, per presentare il sequel del famoso film incentrato sulle avventure di Oronzò Canà è presente buona parte del cast, da Lino Banfi ad Anna Falchi, passando per Biagio Izzo, Andrea Roncato e Giuliana Calandra, il regista Sergio Martina, l'autore delle musiche Amedeo Minghi e i vari produttori del film (una coproduzione Dania Film, Rodeo Film, Vip Media e Medusa). Le domande sono rivolte soprattutto a Banfi, al ritorno sul grande schermo dopo circa vent'anni.

Il ritorno…
Lino Banfi: Erano anni che il regista Sergio Martino e i produttori mi chiedevano di interpretare di nuovo quel personaggio, ma io non ero convinto, non mi sono mai piaciuti i remake o i sequel. Poi ho cominciato a capire che avremmo esaudito il desiderio di tanta gente, a cominciare da tutti quei ragazzi delle nuove generazioni che conoscono il film a memoria ma che all'epoca, forse, nemmeno erano nati.L'allenatore è più di un cult movie.

Com'è cambiato il calcio nel corso di questi ventiquattro anni che vanno dall'esordio di Canà a questa seconda sua avventura?
Lino Banfi: Sicuramente il calcio non è più quello di venti anni fa, ma proprio per questo e soprattutto per le tante, troppe cose successe era ora che tornasse un personaggio come Canà, icona quasi nostalgica di un mondo che per certi versi non esiste più.

Serviva quindi un Oronzo Canà al calcio…
Lino Banfi: Qualche tempo fa avevo anche proposto a Matarrese di realizzare nei panni di Canà uno spot per rasserenare un po' gli animi. L'idea l'abbiamo accantonata quando è partito il progetto del film, ma sono sempre disponibile a realizzarla in futuro.

E la comicità?Possibile che in Italia ci si basi soprattutto su quella ruspante?
Lino Banfi: Questa volta abbiamo evitato facili gag visive, parolacce e secondo me il film è divertente almeno quanto il primo. La matrice di queste commedie è ruspante, certo, ma questo è il mio linguaggio al cinema e al pubblico piace. Una volta lo consideravano cinema di serie C, oggi siamo quasi considerati la nazionale. Venti anni fa avevo lasciato definitivamente il grande schermo per la tv, ma molte persone in questi anni mi hanno chiesto di tornare a far ridere alla vecchia maniera, con l'accento marcato, con quelle strambe espressioni. Sono sicuro che al pubblico il film piacerà.
Biagio Izzo: Rispetto a quei cinepanettoni che conosco bene e non rinnego, che hanno un pubblico proprio, anomalo, fatto da coloro che non vanno mai al cinema se non a Natale, questo film ha un altro tipo di comicità. Non che la parolaccia sia qualcosa di negativo, ma in questo Allenatore nel pallone la comicità è di altro tipo, è un film costruito su un altro tipo di comicità, e se anche ci sono un paio di espressioni un po' colorite, non mi sembrano siano davvero volgari. L'importante comunque per qualsiasi film comico, è che faccia ridere.

Non pensa che il pubblico che ormai la conosce come attore drammatico rimarrà spiazzata da questo suo ritorno agli esordi?
Lino Banfi: E' stato lo stesso pubblico delle fiction, dei film tv più seri ed impegnati che mi hanno chiesto di tornare a farli ridere come una volta, con quella leggerezza se vogliamo un po' ruspante, lo stile che fece considerare quei film di serie B o C e che oggi li ha fatti diventare una sorta di pellicole di culto.

Come sono stati convinti a partecipare tutti i campioni del calcio che sono presenti nel film?
Lino Banfi: Il vero promotore è stato Francesco Totti. E' stato lui a dire a tutti gli altri giocatori che avrebbe partecipato, dando così consistenza alla cosa. Nessuno ha voluto soldi, solo un gettone di presenza che è stato devoluto, sotto i miei occhi, sempre in beneficenza. Con Totti siamo amici: è ambasciatore dell'Unicef come me, mi stima, e ha versato lì la sua somma.

Un tempo il ruolo della femme fatale fu di attrici come Gloria Guida e Edwige Fenech…
Anna Falchi: Mi sarebbe piaciuto vivere l'epoca delle commedia anni '70, forse avrei avuto più successo al cinema di quanto ne ho oggi. Non temo il paragone con le attrici di quei film, anche perchè io più che sulla fisicità, punto sull'autoironia. E per una volta sono stata felice di essere dalla parte della giornalista a caccia di scoop e non da quella della star da assalire.

Moggi, alla fine, non c'è….
Lino Banfi: Si era reso disponibile quando aveva saputo che avremmo voluto contattare un suo imitatore, ma poi si è messo di mezzo il suo agente Lele Mora. Voleva che Luciano avesse più battute e dicesse verità sul calcio. Non volevamo però accendere questa miccia, non ce ne importava nulla, Luciano ha capito e ha fatto un passo indietro.

Musiche, a sorpresa, di Amedeo Minghi…
Amedeo Minghi: Hanno puntato sul contrasto: non ero abituato a realizzare musiche con questa finalità, ma è stato divertente e credo che proprio questo approccio abbia portato un po' di originalità
Lino Banfi: In realtà dovrei fargli causa: mi ha cambiato la battuta finale della canzoncina iniziale levandoci una risata sicura!

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