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Il caimano
Come vederlo, come giudicarlo?
di Andrea D'Addio
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La terza lettura che si può avere di Il caimano è quella prettamente cinematografica, l'unica cui può rifarsi lo spettatore comune cui la politica non interessa ed il cui voto non è influenzabile dalla visione di una qualsiasi pellicola. Per parlare del film senza riferimenti ideologici, immaginiamo che quella che Moretti descrive non sia l'Italia, e Il caimano non sia Berlusconi. Pensiamo semplicemente che c'è un Paese X dell'Europa e un Presidente del consiglio Y che l'autore del film reputa corrotto e pericoloso, e di cui tanto già si discute . La gravità della situazione è sotto gli occhi di tutti, ma ognuno ha la sua quotidianità ricca di problemi molto più vicini ed a prima vista incidenti nel quotidiano di quanto lo sia avere un Presidente del consiglio che non operi in nome del benessere collettivo. E' questa la situazione in cui si trovano i personaggi di Il caimano, cittadini qualsiasi alle prese con divorzi, bambini e problemi di lavoro. Bruno (Silvio Orlando) e la moglie (Margherita Buy), così come la giovane Teresa (Jasmine Trinca) col suo bambino. Per dare questo senso di estrema attualità Moretti fa molti riferimenti al mondo di oggi (dalle domande sul chi sia meglio tra Dida e Buffon, alla relazione omosessuale di Teresa, elemento non importante per la narrazione, ma utile per dare uno squarcio della realtà del nuovo millennio) e condensa nel film le varie strategie attuate o attuabili volte a sovvertire "l'insostenibile" situazione.
C'è la possibilità di parlare ancora male del Presidente così come già si fa (è l'opzione paventata e bocciata da Moretti nel primo incontro con Teresa), quella di fare del proprio oggetto di critica un personaggio negativo, ma comunque simpatico alla gente (è l'idea di Placido) e quella ben più seria e che Moretti reputa l'unica perseguibile, ovvero parlare del suo Presidente del Consiglio come ad un pessimo elemento, uno di quelli su cui "non c'è niente da ridere". E così il quarto Berlusconi(un nome a caso) del film (DeCapitani, Placido, Berlusconi stesso e Moretti) non è affatto simpatico, parla con l'aria grave e seria di un sicario, come se sul taxi di Jamie Foxx in Collateral fosse salito lui e non Tom Cruise. A produrre un film su di lui poi non può che essere un produttore di film trash, e questo è tutto dire. Visto in tal senso il film è riuscito, di certo vedendo il film, si nota coerenza nella linea autoriale scelta da Moretti per presentare il suo punto di vista. La commedia si sposa con il dramma, le quasi due ore di pellicola scorrono senza intoppi. Il discorso a questo punto però è: voi con quale occhio lo vedrete "Il caimano"?
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