09 Marzo 2007 - Conferenza stampa
"Il 7 e l'8"
Intervista al regista e al cast.
di Federico Raponi


A Roma, alla presentazione de "Il 7 e l'8", c'erano il cast artistico quasi al completo, il regista Giambattista Avellino e lo sceneggiatore Francesco Bruni.

Come vi è venuta l'idea della storia?
Ficarra: guardando quello che per noi è un film di culto: "C'era una volta in America" di Sergio Leone, dove c'è la scena con tutti i neonati che vengono scambiati. Ci siamo chiesti: "perchè non farlo capitare a noi?" e abbiamo lavorato alla sceneggiatura con Giambattista Avellino, Francesco Bruni, Fabrizio Testini.

Difficoltà nella realizzazione?
Picone: difficoltà no, a parte il traffico di Palermo. Anche perchè ci eravamo presentati al via abbastanza preparati.
Ficarra: avevamo tutti i mezzi che ci servivano, ed è una cosa rara. Siamo anche arrivati al punto di rifiutarci di rigirare una scena che per il produttore non andava bene.

La vostra regia è vera?
Picone: drammaticamente vera, a volte eravamo in contraddizione anche con noi stessi. Il primo giorno ci vedevano gridare e dicevano che non saremmo arrivati al secondo. In realtà è il nostro metodo di lavoro.
Giambattista Avellino: discutiamo anche su un dettaglio, un oggetto di scena, e siamo disposti a lottare fino alla morte.

Voi due siete complementari?
Picone: si, anche nella vita.

La sua mimica facciale è un omaggio a Franco Franchi?
Ficarra: Franco e Ciccio li abbiamo adorati come palermitani e come comici, ma un paragone sarebbe irriverente. Può succedere, quando ami talmente, che ti resti qualcosa dentro che poi tendi a riproporre senza accorgertene.

La scelta degli attori?
Ficarra: ci sono tanti sogni realizzati per quanto riguarda il cast. Foà ci ha mandato al diavolo diverse volte, ed è stato molto bello.
Remo Girone: ho accettato subito. Oggi spesso nell'ambiente si fanno le cose con cinismo, loro invece sono persone che credono in quello che fanno. Questo mi ha molto stupito e ben impressionato.
Andrea Tidona: sono rimasto annientato dall'incontro, sembrava non esserci alternativa al ruolo per me, mi hanno messo con le spalle al muro. Questo è un ambiente in cui la gente sgomita, ma incontri anche persone che ti parlano, ed è molto difficile. E' stato piacevole, e credo si veda.

Dalla danza al cinema?
Eleonora Abbagnato: vengo proprio dallo spettacolo di ieri sera, non lascerei mai la danza. Con Ficarra e Picone ci siamo conosciuti ad una trasmissione televisiva, c'era questa possibilità del film e ho accettato. Ho fatto parte della famiglia abbastanza velocemente. E spero di continuare anche nel cinema, mi è piaciuto tantissimo.

Perchè nel film Ficarra ruba cartelli stradali?
Picone: è una trovata fine a sè stessa, per dimostrare la stupidità del personaggio. Però quei cartelli sono un po' il simbolo del film, che è fatto di incontri, scontri, bivi, casualità.
Francesco Bruni: in una versione della sceneggiatura Ficarra cerca di venderli ad un assessore calabrese, ma viene cacciato in malo modo.

Francesco Bruni è stato un apporto di "toscanità"?
Giambattista Avellino: non credo sia una questione di identità regionale, ma di uno stesso senso dell'ironia, di comicità, di concezione delle persone. E' stato un incontro di sensibilità che si sono completate. Come la Sicilia, crocevia di dominazioni e culture.
Francesco Bruni: in parte c'era anche la passione per un film di Virzì: "Ovosodo".
Ficarra: una passione quasi sessuale. Poi, quando abbiamo incontrato Virzì, la passione è sparita.

Una volta tanto si vede Palermo al cinema...
Ficarra: il film poteva essere girato ovunque, ci siamo detti: "perchè non a Palermo?". Un giorno arriveranno a fare qui anche un film d'amore. Nonostante i problemi, a Palermo si vive, si muore anche per cause naturali, si lavora addirittura.

Prossimi impegni?
Picone: il 2 Aprile con "striscia la notizia", fino a fine stagione.

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