06 Settembre 2005 - Conferenza stampa
"I giorni dell'abbandono"
Intervista al cast ed al regista.
di Andrea D'Addio


Alla proiezione per la stampa: i fischi; in conferenza stampa invece: complimenti e critiche a chi non ha apprezzato la pellicola. A loro Faenza risponde. Quei pochi invece che provano a muovere appunti al lavoro del regista chiedendo chiarimenti su alcune scelte operate, le risposte sono evasive e, in un caso, ci si rifiuta addirittura di replicare. Alla presentazione del film, ispirato dal romanzo omonimo di Elena Ferrante ( non si sa se si tratti di persona reale o pseudonimo di chissà chi), sono presenti oltre il regista anche gli attori Margherita Buy, Luca Zingaretti e Goran Bregovic (autore anche della colonna sonora).

E' stato fedele al libro della Ferrante?
Faenza: Dei tredici film che ho fatto, la mmetà sono dei romanzi. Ritengo gli scittori i nuovi soggettisti del cinema, visto che in Italia non ne esistono quasi più. Mi sono accostato al libro prima ancora di averlo letto. Sapevo che la Ferrante, che secondo me è una "lei", lo stava scrivendo, e ne ho fatto comprare i diritti.
Il libro l'ho letto solo una volta, poi ho cominciato a scrivere la sceneggiatura, e adesso il libro neanche lo ricordo più. Ho utilizzato tanti collaboratori perché mi rifaccio alla tradizione del grande cinema italiano del passato dove si lavorava in gruppo. Ho utilizzato il libro più come diario.
Penso poi che comunque letteratura e cinema non siano contesti accostabili. Il primo evoca le immagini, il secondo le mostra. Consiglio a tutti quelli che leggono un libro di non andare al cinema a vederne il film.

Dopo tanti anni il ritorno nella sua Torino ha un significato purificatore?
Faenza: Torino ha in comune con la storia del mio film l'abbandono. Il papà e la mamma della città erano la grande industria automobilistica che teneva la città in un' atmosfera grigia e triste. Oggi Torino è rifiorita, sta risorgendo e si proietta verso un futuro interessante. Ho così tanto odiato Torino che non ci sono tornato per 40 anni, ci sono tornato solo tre anni fa.

L'atteggiamento della critica giovane è stato negativo. E' un rifiuto dei giovani verso i veri sentimenti?
Faenza: Di fronte ad un film come questo, sul dolore dell'abbandono, e' difficile che si reagisca subito positivamente. Ci vuole un po' di tempo. Mi era già successo, soprattutto con il pubblico giovane con "Jona che visse nella balena". Facemmo un tour per le scuole. C'erano due categorie di giovani che lo vedevano: i bambini più piccoli tra gli 8 e i 12 anni che stavano davanti e piangevano e i ragazzi tra i 16 e i 18 che nelle ultime file ridevano e sghignazzavano. Non mi scorderò mai un bambino a Milano che si alzò in piedi e gridò ai compagni più grandi in fondo: Zitti voi che non sapete neanche piangere...

Sapeva del pericolo che avrebbe corso dei bei rischi mostrando certe scelte come quella del cane in teatro, o di Olga che rimette il colletto a posto del marito davanti all'amante..
Faenza: Venendo a Venezia sapevo benissimo che qui si appostano ogni anno dei tiratori scelti. C'è gente che viene qui apposta per bersagliare un certo tipo di cinema, soprattutto italiano. Ma sono una minoranza, quindi lasciamoli sparare perché quello che mi interessa è che il film piaccia al pubblico. E sono convinto che avrà una buona accoglienza perché tocca un tema che è sentito da tutti.

Non trova la scena in cui si paragona la moglie ad un cane che bene o male ritorna sempre al suo padrone ha un significato un po' patetica per la figura di donna?…
Faenza: A domande del genre, con questi aggettivi, non posso rispondere.

A Zingaretti… Il suo personaggio,Mario è una perona "cattiva" che abbandona moglie e figli per una nuova donna. Quanto c'è di lei?
Zingaretti: Mario non è cattivo, è solo un uomo che ha smesso di amare. E' una colpa?

Alla Buy…Lei è una delle più bravi attrici italiane, se non la più brava. In questo tipo di ruoli è grande, ma la vedremo interpretare personaggi anche diversi ?
Buy: Una volta mi criticavano perché facevo ruoli ironici oggi, che faccio ruoli drammatici è lo stesso, vediamo magari ne faccio un altro. Cerco sempre di fare quello che mi piace

A Bregovic…Come è stata la sua collaborazione in questa nuova veste di attore? Come ha composto la colonna sonora?
Bregovic: Sono molto onorato di essere in questo film perché questa storia finisce bene grazie ad uno straniero. In Italia uno straniero può essere un lavoratore fisico, un criminale o il Papa. Quindi sono molto felice di essere in questo film. E' stato facile comporre le musiche perché questo film era come un organismo vivente che ha accettato la musica che ho composto.


  

Intervista per il film "I giorni dell'abbandono".


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