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12 Aprile 2010 - Conferenza
"Fantastic Mr. Fox"
Intervista al regista.
di Francesco Lomuscio
In occasione dell'uscita italiana del film d'animazione "Fantastic Mr. Fox", tratto dal romanzo di Roald Dahl, il regista Wes Anderson ha incontrato a Roma la stampa.
Per un regista, cosa significa passare dall'essere il padrone del set all'affidarsi all'animazione?
Wes Anderson: In fin dei conti, l'obiettivo è sempre lo stesso, perché si tratta solo di coordinare tutto ciò che va a finire all'interno di quel rettangolo, dalle voci dei personaggi ai loro movimenti. Diciamo che per questo film, che, come sempre succede per i prodotti d'animazione, ha avuto una lavorazione più lenta, ho trascorso meno tempo sul set. Alla fine, il lavoro del regista consiste nel monitorare e pianificare tutto, mentre l'animatore diventa un mezzo attore e deve far sì che i pupazzi sembrino veri.
Quanto c'è di Wes Anderson nel protagonista di questo film?
Wes Anderson: Per scrivere il film, abbiamo utilizzato tutta la storia originale di Roald Dahl, perché piuttosto breve, e vi abbiamo aggiunto in sceneggiatura un primo e un ultimo capitolo. Il personaggio di Mr. Fox, però, non è ispirato a me, ma proprio a Dahl, tanto che sono andato a concepire lo script nella sua casa ed ho cercato di conferire alla volpe la personalità del suo autore.
E a quale personaggio cinematografico potremmo associare Mr. Fox?
Wes Anderson: Solitamente, quando inizio a lavorare su un mio nuovo progetto ho una serie di film, libri, dipinti e musica annotati su un foglio, ma per "Fantastic Mr. Fox" non mi sono ispirato quasi a niente; anche se amo Hayao Miyazaki, questa volta ho preso molte cose alla mia vita.
La famiglia è un elemento ricorrente nei film di Wes Anderson…
Wes Anderson: Per la famiglia di questo film, ho preso come riferimento la mia e quella del mio co-sceneggiatore Noah Baumbach.
Tra l'altro, c'è sempre un figlio disadattato interpretato da Jason Schwartzman…
Wes Anderson: Conobbi Jason Schwartzman ad un provino, mi piacque e mi sembrò adatto per il ruolo. Poi, a me piace riunire in più film il gruppo di amici, comprendente anche Angelica Huston e Bill Murray.
Dietro l'ambientazione rurale del film, c'è forse un messaggio riguardante gli odierni Stati Uniti?
Wes Anderson: Forse, a livello subconscio, ma a me piace molto l'idea che possa esservi. Secondo me, nel libro c'è qualcosa di anarchico, forse un'interpretazione comunista.
Che significato ha il saluto finale con il lupo?
Wes Anderson: Sicuramente, in quel saluto c'è un simbolismo, ma non saprei spiegarlo più di tanto, preferisco che la scena, tra l'altro la mia preferita, si spieghi da sola.
Ma era presente nel libro?
Wes Anderson: No, non c'era.
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