08 Ottobre 2008 - Conferenza stampa
"La classe - Entre les murs"
Intervista al regista.
di Andrea Gerolamo D'Addio

Per presentare a Roma il vincitore della Palma d'oro all'ultimo festival di Cannes (battendo i nostri Il divo e Gomorra), c'è il suo regista Laurent Cantet. Un film atteso un po' ovunque che in Francia sta avendo un'eco anche a livello politico: molti transalpini vi hanno visto un tentativo di simbolizzare il sistema scolastico francese, e di conseguenza, le sue falle. Chissà che non capiti anche da noi, in questi giorni di riforme Gelmini, anche se ne dubitiamo. Difficilmente in Italia, il cinema riesce a catturare l'attenzione dei media e a far riflettere. Peccato.

Sembra quasi che lei sia entrato con la macchina da presa in una scuola vera…
Laurent Cantet: Il film non è certo un documentario, ma è vero che gli studenti recitano loro stessi. Sono stati selezionati, hanno passato con noi ogni mercoledì pomeriggio da ottobre a giugno, con grande entusiasmo, con grande capacità di improvvisare, integrando le mie idee con le loro, il contrario della svogliatezza e dell'apaticità con cui spesso gli insegnanti li dipingono. Abbiamo organizzato dei laboratori aperti ogni mercoledì pomeriggio e tutti i ragazzi del terzo e del quarto anno potevano parteciparvi. Non contando quelli che sono venuti soltanto una volta, abbiamo conosciuto una cinquantina di studenti. Quasi tutti quelli che hanno fatto parte della classe nel film sono quelli rimasti con noi tutto l'anno, venticinque circa.

Sa qualcosa della riforma di cui si parla in questi giorni, con la quale si vorrebbe migliorare l'efficienza del sistema scolastico italiano operando vari tagli al personale docente?
Laurent Cantet: Ne so poco. Non trovo buona l'idea di ridurre il numero dei maestri e caricare sugli insegnanti dei problemi economici che stanno altrove. Quello dell'insegnante è e deve essere un modo di vita, uno stato mentale e fisico, ed a questo gli insegnanti devono essere motivati, per questo ho chiesto a François Bégaudeau, l'autore del libro, di interpretare il maestro protagonista. Ci voleva una conoscenza totale dell'argomento, essere maestri è qualcosa che coinvolge tutto il tuo essere.

Quanto sta incidendo la società multietnica sulla formazione scolastica?
Laurent Cantet: Se non c'è dialogo non c'è cultura, e senza cultura non c'è possibilità di integrazione. Soprattutto in contesti così problematici, mai si dovrebbe dimenticare che la cultura è in continua evoluzione. Volevo girare questi incredibili momenti di orazione dove la forza della propria posizione o l'attinenza non ha grande importanza. Qui ad avere importanza davvero è l'avere l'ultima parola ed è un gioco in cui gli adolescenti sono molto capaci, una sorta di retorica senza via d'uscita in cui spesso vengono trascinati anche gli insegnanti.

E' diventato più duro fare l'insegnante in Francia?
Laurent Cantet: La scuola è un riflesso di quello che avviene nel mondo ed è la vita in generale a essere più difficile, per tutti. Certo, adesso le classi scolastiche sono più numerose e i ragazzi sono più irrequieti di un tempo.

Il film non ha una precisa presa di posizione sui tanti temi affrontati…
Laurent Cantet: Se ci fossimo concentrati soltanto sulle abilità verbali e l'elocuzione, avremmo finito per fare un Attimo Fuggente di sinistra col valore aggiunto di toccare dei temi sociali importanti. E questa non mi sembrava un'idea interessante. Né volevo rendere il mio insegnante un supereroe: se una persona si prende dei rischi, le cose possono anche andare male e provocare delle incomprensioni. E' in questa direzione che ho lavorato. E' stata una mia scelta quella di mostrare quei momenti della vita scolastica dedicati alla discussione e al confronto: uno sorta di arena democratica nella quale si impara a dialogare, o almeno si tenta di farlo. E se il film vuole inviare un messaggio, è questo: la scuola non può pensare di continuare a essere una realtà a parte. Deve imparare a inglobare tutti gli stimoli, le differenze culturali che la società, attraverso i ragazzi, le trasmette.

In Francia sta avendo uno straordinario successo…
Laurent Cantet: E' uscito il 24 settembre ed è stato già visto da oltre seicentomila spettatori..La grande soddisfazione è vedere le sale piene di adolescenti. Ai ragazzi è piaciuto perché hanno capito che il film li ritrae nel modo giusto, senza pregiudizi e stigmatizzazioni.

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